“Apprendiamo con piacere che sempre più numerosi esponenti politici, ministri, presidenti di regione del Sud Italia, stanno, settimana dopo settimana, convertendosi sulla via dell’autonomia, capendo finalmente come la stessa non potrà che portare inevitabili ed indubbi vantaggi, rendendo efficiente l’apparato amministrativo ed economico del meridione. Adesso non si perda ulteriore tempo, il momento delle riflessioni, delle concessioni e delle trattative è finito. Come ha ribadito anche il governatore lombardo Attilio Fontana, il 15 febbraio sia la ‘deadline’. Il Veneto non accetterà ulteriori rinvii, se anche tale data verrà disattesa si torni subito alle urne”.

Stefano Casali, Consigliere regionale di Centro Destra Veneto – Autonomia e Libertà commenta così “l’apertura positiva del Ministro del Sud Barbara Lezzi, che proprio in queste ore ha affermato come l’autonomia rappresenti un’opportunità di sviluppo e crescita anche per le regioni meridionali. Dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, al ministro Lezzi, a diversi parlamentari e opinionisti del sud, sono sempre più numerosi e autorevoli le aperture e le analisi positive nei confronti dell’assetto autonomista del Paese. La storica vittoria del Sì al referendum ha rappresentato uno strumento per risolvere non soltanto la questione lombarda-veneta, ma anche quella nazionale, offrendo lo spunto e la necessità di introdurre in Italia un principio di responsabilità virtuosa anche per il Mezzogiorno, facendolo uscire da decenni di assistenzialismo e politiche centraliste-clientelari. Un’occasione unica per rendere più efficace l’intero sistema Italia, sia a livello centrale che regionale, per riqualificare le classi dirigenti meridionali, avvicinandole ai cittadini e rilanciando lo sviluppo. Al referendum i cittadini hanno espresso con fermezza il convincimento che una maggiore autonomia è sinonimo di lotta a sprechi e improduttività e che la gestione locale è più efficiente di quella nazionale – sottolinea Casali – e se da un lato fanno quindi piacere le aperture degli esponenti politici del sud, dall’altro è bene ricordare loro che sia il Veneto che la Lombardia, non hanno bisogno delle loro concessioni o delle loro autorizzazioni. Gli articoli 116 e 117 della nostra Costituzione prevedono l’autonomia di alcune materie e milioni di cittadini da più di un anno stanno ancora aspettando risposte concrete dal Parlamento e dal Governo italiano”. Il consigliere regionale conclude facendo un appello a tutti i parlamentari eletti in Veneto e Lombardia: “Ha ragione il presidente Fontana, il 15 febbraio sia la data ultima, il punto di non ritorno. Invito quindi tutti gli esponenti veneti e lombardi a mobilitarsi affinché tale data sia quella definitiva della firma di conclusione dell’iter. Prevalgano all’interno delle Aule romane buonsenso e pragmatismo”.

In Veneto tutti ne parlano, ma in Parlamento in troppi cadono dalle nuvole

C’è qualcosa che non torna. Se parli con un parlamentare leghista veneto, oltre a dire che ha a cuore il territorio nonostante ora sia “costretto a privilegiare temi di portata nazionale”, sentirai anche dire che l’autonomia è uno dei temi più discussi.

Ma la prova che non sia assolutamente così e che a Roma di autonomia non si parli proprio, viene dai parlamentari degli altri schieramenti, che non hanno remore ad ammettere che l’argomento sia al palo, totalmente ignorato dai più e la prova del nove è arrivata in queste ore,  da Paola Nugnes, esponente pentastellata napoletana a Roma.

‘Terrona doc’ insomma, di quelle che ai leghisti duri e puri del nord fanno ancora venire l’orticaria. In risposta alla lettera che il governatore del Veneto Luca Zaia aveva inviato ai cittadini del sud, nella quale il leader regionale più amato d’Italia invocava l’autonomia della sua regione con la comprensione degli amici meridionali, la parlamentare grillina ha replicato cadendo dalle nuvole, come se sentisse la parola ‘autonomia regionale’ per la prima volta.

“Caro governatore Luca Zaia, grazie per la sua lunga e appassionata lettera ai cittadini del Sud – ha scritto Paola Nugnes – E’ il segno di una presa di coscienza: non si può chiedere l’autonomia rafforzata per un territorio togliendo la parola a tutti gli altri. Ma ci eravamo illusi che ci avrebbe detto e documentato di più”.

Quel “di più” rivela tutto. Rivela, ad esempio, il fatto che ci siano esponenti del parlamento non hanno idea di che cosa intenda Zaia quando parla di trattenersi i soldi delle sue tasse. Autonomia argomento all’ordine del giorno? Quando mai.

Quel “di più” rivela che, la discussione vera, nella stanza dei bottoni, deve ancora cominciare.

Se Zaia sia a conoscenza di questo oppure no non è dato saperlo, di certo risulta evidente che il dialogo con i ‘colleghi’ veneti a Roma è quanto mai debole e sfilacciato.

Nugnes lamenta infatti una preoccupante mancanza di informazione su una proposta che, sottolinea: “state elaborando alquanto segretamente” e di cui “il Parlamento dovrà prendere solo atto”.

E mentre in Veneto i cittadini sono qui che sperano che il tema ‘autonomia’ si sblocchi da un momento all’altro, convinti che se ne sia già discusso ampiamente, a Roma il concetto è “Autonomia? E che è?”

A.B.

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