Il Superbonus 110% è un toccasana per il comparto edile del Veneto, che è la seconda regione in Italia per l’utilizzo di questo strumento. Tuttavia rimangono alcune criticità, che rischiano di compromettere parzialmente l’efficacia della misura, ed in particolare la durata individuata è troppo breve e le procedure rischiano di essere troppo complesse. È quanto emerge dal rapporto realizzato da Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto, ‘Il mercato delle costruzioni in Veneto‘, presentato ieri, nella sede della Cciaa a Marghera dal presidente di Unioncamere Mario Pozza, con il presidente Edilcassa Enrico Maset, Antonella Maset del Centro studi Unioncamere e Federico Della Puppa, coordinatore dell’osservatorio sul mercato delle costruzioni in Veneto di Edilcassa. A livello generale, in base all’indagine realizzata su un campione rappresentativo di 600 imprese con almeno un dipendente, nel secondo trimestre del 2021 in Veneto il fatturato delle imprese fa registrare un aumento (+2,5%), con una crescita degli ordinativi (+4,1%) e dell’occupazione (+0,9%). Crescono però anche i prezzi delle materie prime e questo è dovuto da un lato all’aumento dei costi dei trasporti legato alla pandemia, e dall’altro alla legge della domanda e dell’offerta. L’aver messo in campo una misura come il Superbonus 110% dando un orizzonte temporale così breve ha fatto infatti scattare una sorta di corsa agli armamenti, molte imprese si sono messe a cercare i materiali contemporaneamente determinando un aumento dei prezzi, spiega Enrico Maset. “Una misura del genere dovrebbe durare almeno quattro o cinque anni, in modo che gli interventi possano essere programmati”, chiarisce, auspicando un intervento della politica in tal senso.

Le imprese coinvolte e i cantieri aperti sono effettivamente molti, specie in Veneto. Al 30 settembre sono state fatte 5.780 asseverazioni per interventi con il Superbonus, il che rende il Veneto la seconda regione in Italia dopo la Lombardia. Il valore complessivo degli interventi ammonta invece a 731,5 milioni di euro, facendo del Veneto la terza Regione dopo Lombardia e Lazio, spiega Federico Della Puppa. La regione è però la prima in Italia per uso del Superbonus in rapporto al numero di famiglie (2,75 interventi ogni 1.000 famiglie contro una media nazionale di 1,76). La spesa media per intervento raggiunge i 103.000 euro per le abitazioni unifamiliari e i 540.000 euro per i condomini, “cominciano quindi ad essere cantieri interessanti, che muovono ditte edili ma anche tutta la filiera che ci sta attorno”, evidenzia Della Puppa. Se il Veneto è la prima Regione per interventi nelle unità immobiliari indipendenti, con 2.882 interventi per 265 milioni di euro, rimane però indietro per quanto riguarda i condomini, che al momento hanno attivato investimenti per 200 milioni. “La vera sfida è quella dei condomini, è il mercato più difficile ma anche il più importante, considerando che l’obiettivo del provvedimento è sì di rilanciare l’economia, ma anche di ridurre le emissioni. E a consumare tanto sono i condomini, quindi su quelli bisogna investire”, registra Della Puppa.

La situazione nei condomini

E’ chiaro che programmare un intervento rilevante in un condominio è complicato, bisogna mettere d’accordo la maggioranza qualificata dei condomini, e qui torna il problema delle tempistiche, che rischiano di essere insufficienti. Ma non solo, “c’è stata una carenza del legislatore sull’approccio burocratico, una legge così non va bene per tutti, bisognava precisare come fare gli interventi per una casa singola e come per un condominio, che deve avere un iter semplificato”, attacca Maset. Inoltre “è necessaria una regia da parte degli amministratori di condominio, perché spesso i condomini non sanno di cosa si tratta e vedono in televisione che è tutto gratuito, invece così non è. Quindi gli amministratori devono fare indagini approfondite sui loro condomini e poi spiegare bene costi e situazione”. Ciò nonostante, in Veneto sono già stati realizzati il 73,5% dei lavori finora previsti, per una spesa di 537 milioni di euro, evidenzia lo studio. “Quasi tre imprese su 10 hanno già iniziato a lavorare con il Superbonus”, afferma Della Puppa. Tuttavia rimane un 20% che sostiene di non avere ancora sufficienti informazioni per rispondere ai propri clienti e un 12,3% delle imprese giudica la misura non adatta alla propria attività. Ciò mette in luce l’esigenza di un’azione formativa, ma i dati rendono anche evidente che sono le imprese più piccole ad averne maggiormente bisogno, in quanto al momento fanno più fatica ad utilizzare lo strumento. “Il sistema Veneto è molto frammentato e ha bisogno di strutturarsi”, sostiene Della Puppa, auspicando che il Superbonus possa essere anche uno stimolo a farlo. Ad ogni modo, conclude, “se il trend proseguirà così, per la fine dell’anno il Superbonus 110% avrà generato in Veneto circa un miliardo di investimenti”.

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