Medici stranieri e superpagati negli ospedali del Veneto per sopperire alla carenza di professionisti.

E’ la nuova misura, contenuta nel piano socio-sanitario 2019-2023 ed elaborata a livello regionale, che sarà resa possibile dopo gli accordi sull’autonomia, per dare una risposta ai troppo medici che mancano nelle corsie degli ospedali, soprattutto negli ospedali ‘spoke’, come Santorso e Bassano del Grappa. “Dobbiamo cercare di ingegnarci”, ha commentato Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità veneta, ieri a Treviso per l’incontro con i Comuni del territorio.

E’ solo di ieri l’allarme lanciato dalla regione Molise, intenzionata a richiamare al lavoro medici in pensione per non far crollare il suo sistema sanitario ed è ormai di dominio pubblico il fatto che la carenza di medici sia un problema strutturale dell’apparato sanitario nazionale e che sia necessario un intervento rapido da parte delle istituzioni. La soluzione del Molise è nelle intenzioni anche di Luca Zaia, che da mesi parla di reintrodurre al lavoro medici che sono già in pensione.

Già da tempo, la Germania, ha messo in atto una risposta molto simile a quella veneta ipotizzata da Manuela Lanzarin, rendendo di facile accesso la professione sanitaria a medici, infermieri e operatori sanitari stranieri. Titoli di studio riconosciuti o parificati che non vengono passati sotto la lente di ingrandimento come avviene in Italia e formazione linguistica in ‘corso d’opera’. E’ quello che succede già da tempo in alcuni ospedali tedeschi, soprattutto dell’ex Germania Est, dove in corsia lavora personale medico proveniente da tutto il mondo.

Ed è quanto potrebbe accadere in Veneto, soprattutto negli ospedali spoke, come Santorso e Bassano del Grappa. Per ‘attrarre’ professionisti, da Venezia arriva la possibilità di studiare stipendi differenziati (da tradurre con ‘allettanti’), che convincano i medici a rimanere nei reparti. A questo si unisce la possibilità di assumere dottori facendoli lavorare già dall’ultimo anno di specializzazione.

Da Roma Luca Coletto, ex assessore alla Sanità veneta e attuale sottosegretario, ha confermato il via libera dei presidenti delle Regioni all’emendamento per l’abbattimento dei limiti di spesa per l’assunzione del personale sanitario.

“Lo sblocco serve per dare ossigeno al nostro sistema sanitario – ha spiegato Coletto – L’abbattimento dei limiti di spesa all’assunzione del personale sanitario era necessario in quanto continuare a risparmiare sulle assunzioni del personale significa oggi compromettere la capacità di erogare i livelli essenziali di assistenza. Compito della politica è quello di trovare soluzioni nuove e immediate per far fronte ad una ormai cronica carenza di camici bianchi, dovuta in particolare ad anacronistici vincoli giuridici ed economici”.

A.B.

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