I dati pubblicati da Inail sul primo quadrimestre 2025 confermano le preoccupazioni della Cgil del Veneto su della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Perchè, spiega Silvana Fanelli, della segreteria regionale della Cgil con delega su salute e sicurezza, crescono sia le denunce di infortunio (23.350) rispetto al 2024 (23.136). “Ma ciò che ci allarma è il dato sugli infortuni mortali”: 27 tra gennaio e aprile, rispetto ai 16 dello stesso periodo 2024 (Venezia +3, Verona +1 e Vicenza +5); incremento “quasi interamente ascrivibile agli infortuni mortali in occasione di lavoro (passati da 11 a 21)”. E “sappiamo già dalle notizie di cronaca di questi ultimi mesi che purtroppo tale numero è destinato a crescere”, afferma Fanelli. In questo contesto, “ancora non registriamo un cambio di passo nelle associazioni datoriali riguardo alle iniziative da mettere in campo per azzerare questa strage. Continuiamo inoltre a chiedere che Regione e Governo investano in termini di organici negli Enti preposti ai controlli. Investimenti indispensabili sia per aumentare le attività di controllo che quelle di prevenzione a cui questi enti sono chiamati”. Nel frattempo, conclude l’esponente della Cgil, “ci auguriamo che quanto messo in campo in tema di stress termico sia a livello regionale che nazionale, grazie alla ferma volontà dei sindacati, possa rappresentare l’inizio di un cambio di passo per maggiori tutele per la salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici”.
I numeri dell’Inail preoccupano anche il consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo: 1.202 morti sul lavoro nel 2024, 593.000 infortuni denunciati di cui il 33% nel Nordest. “Numeri altissimi che pesano come un macigno”. In aumento del 3,1% gli incidenti durante il viaggio casa-lavoro, 101.000 nel 2024; i decessi in itinere sono saliti a 303 (+10,2%), “riportandoci ai livelli pre-pandemia. Questo dato non può essere ignorato. Aumentano le morti mentre si va o si torna dal lavoro: segnale di fragilità strutturali nel nostro modello di mobilità”, dice Masolo. E sollecita quindi una “svolta nella prevenzione che non si limiti ai cantieri e ai luoghi di lavoro, ma abbracci anche il trasporto pubblico locale, la sicurezza stradale, l’orario flessibile, il lavoro da remoto dove possibile, e un investimento serio sulla mobilità sostenibile e sicura”.
