I pescatori del Veneto regalano 900mila euro alla Sanità della loro regione. Rinunciano infatti alla loro quota annuale per destinarla al comparto sanitario, in gravissima emergenza per il coronavirus.

Un diritto acquisito, che spetta loro sui proventi della licenza di pesca e al quale hanno rinunciato per quest’anno, regalando di fatto dei soldi da utilizzare per l’emergenza coronavirus.

“Dal mondo della pesca sportiva oggi arriva una lezione di vero spirito di cittadinanza e di comunità. Non è facile rinunciare ad un ‘diritto acquisito’, cioè alla quota annuale che a loro spetta per concorrere agli enormi bisogni della sanità veneta in questo momento di emergenza per arginare il contagio del virus”. Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha reso merito alla decisione delle associazioni del ‘Tavolo blu’ di rinunciare al contributo stanziato nel bilancio regionale 2020 per le loro attività e di devolvere l’intera somma, cioè 900mila euro, agli operatori della sanità veneta e della Protezione civile, in prima fila nella battaglia contro il Coronavirus.

“Un grazie vero e sentito ai pescatori amatoriali del Veneto – ha aggiunto Zaia – Con questa scelta, partecipata e spontanea, ci danno prova di essere una comunità unita, capace di fare sacrifici, compresa la rinuncia all’attività sportiva, e di remare come un sol uomo in un’unica direzione”.

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