“Sembra uno scherzo, ed invece è tutto vero: dalla Regione è uscita un’ordinanza che l’unica cosa che toglie è un limite messo dalla stessa Regione, due settimane fa. Insomma si spaccia per fase due, per ritorno alla normalità, una rimozione dei 200 metri messi solo in Veneto come limite. Ed in più si impone un obbligo, quello di mascherine, guanti e detergenti per le mani, che la Regione stessa non ha garantito ad esempio alle case di riposo. Come si fa a pensare di mettere un obbligo da parte di un Ente che si è dimostrato carente da Merlara a Santorso nei confronti delle case di riposo e residenze sanitarie assistite lasciate completamente sole?”.
All’attacco,  i consiglieri regionali del Coordinamento Veneto2020 Cristina Guarda (CpV), Patrizia Bartelle(IIC) e Piero Ruzzante (LeU), che trovano surreale l’ordinanza firmata da Luca Zaia la domenica di Pasqua.
“Ci sono dei veri e propri buchi logici all’interno di questa ordinanza – spiegano i consiglieri – ad esempio si farebbe divieto di uscire di casa se si è febbricitanti: la Regione non può vietare ad una persona di andare dal al medico curante o di andare in ospedale, tantomeno con un presidente che spaccia il divieto per reato penale, dichiarando chiaramente il falso. I malati vengono chiamati ad uscire per fare i tamponi: cosa dovrebbero fare? Che messaggio si sta dando? Siamo al triage burocratico? Poi Zaia autorizza ciò che era già autorizzato, ovvero i barbeque nel proprio giardino con i componenti del nucleo familiare. Questo è un caso invece di burocrazia alimentare: quando si decide di fare il risotto in cucina si deve chiamare alla Regione? Do un consiglio ai nostri componenti della Giunta regionale: dentro la prossima ordinanza metteteci qualche fondo di sostegno per le imprese che sono rimaste chiuse, si spieghi cosa fanno gli enti regionali ad esempio Veneto Sviluppo e Veneto Lavoro per sostenere chi genera occupazione in questo periodo. Chiediamo al Presidente della Giunta regionale inoltre dispiegare, oltre che ad annunciare riaperture che non dipendono da lui, se sta pensando come coordinare il diritto al lavoro al diritto alla salute dei lavoratori, magari rafforzando i controlli degli Spisal regionali. E ci dica Luca Zaia, che era sempre in prima fila alle assemblee di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza, come faremo ora a ripartire senza banche venete”.

Baldin: ‘Troppa gente in giro, Zaia riveda l’ordinanza’

“Gli effetti della nuova ordinanza si sono fatti sentire, ma non sono stati quelli sperati: ci sono troppe persone in strada. L’ordinanza è stata interpretata come un ‘quasi-liberi tutti’ e lo stesso Zaia si sta rendendo conto che qualcosa non va”. Queste le parole della Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin che osserva: “Strade non più deserte, social da cui rimbalzano immagini di persone a passeggio, e la netta sensazione che si sia ammorbidita la presa. Non è questo il momento di rilassarsi. I dati del Covid-19 in Veneto sono ancora preoccupanti, come dimostra il numero altissimo di ricoverati, di morti e il 6% di contagiati tra gli ospiti delle case di riposo. Siamo nella fase più delicata della pandemia e allentare la guardia vorrebbe dire tornare indietro di settimane, con un nuovo lockdown. Il Veneto, i suoi cittadini e soprattutto le sue aziende sfinite non se lo possono permettere”.

«Zaia – conclude Baldin – torni sui suoi passi e ritiri l’ordinanza: questo è il momento della pazienza e del rispetto rigoroso delle indicazioni degli scienziati, non del paternalismo”.

 

 

Zaia passa la lente sul ‘lockdown soft’: “Non fatemi rimettere i 200 metri”

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia