Se i dazi al 30% annunciati dal Presidente Trump dovessero entrare in vigore, le province di Vicenza e Belluno sarebbero tra le realtà venete a risentirne maggiormente. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), che individua due motivi principali per questa vulnerabilità.
Innanzitutto, da queste province provengono due dei prodotti veneti più esportati negli Stati Uniti: l’oro da Vicenza e gli occhiali da Belluno. In secondo luogo, già nel 2024 – in un contesto privo di barriere doganali – entrambe le aree hanno registrato una significativa flessione delle esportazioni verso il mercato americano. Vicenza ha visto un calo del 4,7% rispetto all’anno precedente, mentre Belluno ha subito una contrazione ben più marcata, pari al 23,9%.
Alla luce di questi dati, la speranza è che l’Unione Europea riesca ad avviare entro le prossime due settimane un negoziato con Washington per rivedere i termini della proposta presentata sabato scorso da Trump, auspicando un accordo più equo e bilanciato.
Sul fronte nazionale, la Cgia suggerisce una strategia alternativa: diversificare i mercati esteri, puntando nuovamente sull’Europa, dove permangono solidi legami commerciali e minori rischi legati a politiche protezionistiche.
