“Ingiusta la chiusura alle 18 delle enoteche se poi vino e alcolici si vendono in supermercati e negozi di alimentari”.

Coldiretti si scaglia contro il provvedimento che impone le serrande abbassate alle 18 a 124 enoteche vicentine. “Disparità di trattamento che non ha senso”, ha tuonato il presidente provinciale Martino Cerantola, che nella sua difesa include anche i 155 bacari ed enoteche in provincia di Venezia, i 144 di Padova ed in totale tutte le 713 enoteche del Veneto.

“Se non si interviene con una coerente interpretazione saranno oltre 7mila le enoteche presenti in Italia a risentire dell’entrata in vigore del DPCM del 14 gennaio – ha spiegato Cerantola – Il provvedimento rischia di danneggiare un settore da primato del Made in Italy. Il provvedimento che vieta dopo le 18 l’asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande, rischia di tradursi di fatto in una ingiustificata disparità di trattamento”.

Infatti, fino al prossimo 5 marzo, l’acquisto dei predetti prodotti potrà essere effettuato anche dopo le 18 nella grande distribuzione ed altri esercizi di vicinato che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel suddetto divieto.

La crescente attenzione alla qualità dei vini è diventata un’espressione culturale tanto da registrare negli ultimi anni una forte espansione di locali che offrono la gamma enologica della produzione nazionale sviluppando così opportunità di lavoro per molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio.

“Una tendenza che va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza- ha concluso Cerantola – Il settore del vino è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia”.

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