Luca Zaia smorza i toni di chi vorrebbe la Lega spaccata in due, con Salvini a rappresentare anche la parte di cittadini contrari all’obbligo del green pass ed il presidente del Veneto più in linea con il governo Draghi e per nulla contrario al ‘pugno più duro’.

A riportare i riflettori sulla differenza tra i due leader del partito, il commento di Zaia la lettera firmata da Salvini e dai presidenti di Regione della Lega e indirizzata a Draghi che, come hanno fatto notare alcuni giornalisti a Zaia, in tema di vaccini e green pass propone una posizione decisamente più vicina a quella del governatore veneto che a quella del leader nazionale.

Ma Zaia abbassa i riflettori e sottolinea: “La lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi dal leader della Lega Matteo Salvini e dai presidenti di Regione della Lega nasce da un confronto sereno”.

Secondo Zaia, la lettera al premier è nata in modo semplice e condiviso: “I governatori hanno portato la loro esperienza e i cinque punti sono nel pensare e nell’operato di tutti noi”.

I cinque punti parlano di green pass, “non esteso come quello francese ma dedicato a qualche categoria. Non lo troviamo fuori dalla storia e non sconvolge la vita all’80% dei cittadini veneti che aderiscono alla campagna vaccinale – ha continuato Luca Zaia – Ma sollevano anche qualche tema, come quello delle categorie per cui bisognerebbe avere attenzione, ad esempio i non vaccinabili a cui nessuno riconosce il tampone gratuito. Lì secondo me ci sono tutti i presupposti per l’esenzione dal ticket”.

Ma i problemi riguardano anche i minorenni che fanno sport e che devono presentare il green pass per allenarsi. In Veneto solo il 60% di questi è al momento vaccinato e questo vuol dire che il restante 40% deve pagare un tampone probabilmente più volte a settimana. Punto centrale della missiva è chiarire che “noi non siamo una forza che rivendica una posizione contro i vaccini, ma interpretiamo le esigenze della popolazione”, ha ribadito Zaia, che ha puntato ancora una volta il dito sulle fake news in circolazione e sull’esigenza di informare i cittadini.

“Nel 20% di veneti che ancora non ha aderito a campagna vaccinale c’è chi non può vaccinarsi, chi è contro questo vaccino, chi è no vax e chi ha paura di farlo. La paura è un sentimento che va rispettato ma va anche informato. Siamo davanti a un Governo che non informa i cittadini”, ha attaccato Zaia. Altro punto è quello di un eventuale obbligo della vaccinazione, che non convince Zaia. “L’obbligatorietà nasce nel momento in cui non c’è più condivisione del progetto e non è quindi un passaggio positivo. Ma nemmeno sembra necessario dato che noi tranquillamente arriveremo all’80% della popolazione vaccinabile vaccinata”.

La terza dose di vaccino

L’eventualità che sia necessaria una terza dose di vaccino contro il Covid preoccupa il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, se non altro per le questioni organizzative e le tempistiche. “Siamo molto preoccupati – ha affermato Zaia oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. L’auspicio è da un lato che se è necessario somministrare la terza dose lo si dica subito, per poter partire quanto prima, e dall’altro che si chiarisca se si può fare contemporaneamente al vaccino anti influenzale, con chiamata unica a due braccia. Questo, ovviamente, semplificherebbe molto l’organizzazione di questa nuova fase della campagna vaccinale”.

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