La sua vita è cambiata, sia umanamente che economicamente. Ha fatto il grande passo di lasciare il pubblico per il privato e da ortopedico di uno dei reparti un tempo considerati ‘gioiellini della sanità dell’Altovicentino’, è diventato il direttore del Cmr. Gli abbiamo strappato un’intervista che abbiamo chiesto a molti altri medici, che preferiscono rimanere nell’ombra e non esporsi per spiegare cosa spinga un professionista della Medicina a lasciare un posto pubblico e sicuro per fare ‘il battitore libero’.

Dottor Alexandros Zachos sono passati due anni da quando si è licenziato dall’ospedale Altovicentino di Santorso. Com’è cambiata la sua vita? Meglio o peggio?

Molto meglio. E’ stata una decisione difficilissima. Ho avuto tanta paura ed insicurezza, ma la situazione era diventata insopportabile…

Cioe’?

Sono arrivato al punto di dover essere reperibile per 10 notti al mese con turni di guardia da 12 ore . Una situazione molto difficile. Avremmo dovuto essere in 12 ma eravamo solo in 4. Mi risulta che anche in questo momento lavorano solo 4 colleghi Ortopedici in Ortopedia per un ospedale che deve soddisfare le esigenze di oltre 200.000 persone.

E adesso?

Adesso si sta molto meglio. Dedico piu’ tempo alla mia famiglia, lavoro con maggior liberta’. Mi sono innamorato nuovamente del mio lavoro. Opero, visito e mi occupo solamente della colonna vertebrale, quello in cui sono specializzato.

 Economicamente?

Un abisso. Si guadagna di piu’ , senza ombra di dubbio , con molto meno sforzo.

Può darci un’idea di questo cambiamento in termini di guadagni?

Più che quadruplicati.

Molti suoi colleghi hanno seguito la stessa strada, hanno mollato il pubblico per il privato. Perche’ e’ in corso questa ‘’grande emorragia’’ ?

Penso che lavorando in ospedale pubblico non si sentano ripagati: moralmente ed economicamente. Stipendi molto bassi per quello che fanno. Pensi che lo stipendio base e’ di 2500 euro al mese, cioe’ meno di 100 euro al giorno. In un giorno, un chirurgo spinale deve operare  due e tre pazienti. Interventi di grossa complessita’. Un neurochirugo deve rimuovere un tumore cerebrale in una mattina, e tutto questo per 100 euro. Sa meglio di me che la complicanza e’ dietro l’angolo, come anche la denuncia in caso di errore medico. L’assicurazione per la colpa grave e la tutela legale è  a carico del dipendente pubblico.

 Cosa bisogna fare?

Bisogna subito rinforzare i ‘’filtri’’ per evitare l’arrivo dei codici bianchi in ospedale. L’ospedale deve servire solo per le urgenze e i casi complessi. In questo modo ci sara’ una riduzione del 35 % degli accessi.

 Cosa sarebbero i filtri?

Bisogna rinforzare la medicina di base e le guardie mediche. Bisogna riorganizzare la medicina del territorio creando la figura del medico specialista in medicina interna.

 Cosa farebbe per migliorare la situazione ? Per salvare la sanita’ pubblica?

La prima cosa in assoluto fermare la fuga dei medici dall’ospedale pubblico: questo si puo’ ottenere eliminando il penale per i medici. Solo tre nazioni nel mondo hanno nella loro legislazione il penale per medici, uno di questi è l’Italia. Grazie al penale nasce la ‘’medicina difensiva’’. Prescrizione di milioni inutili esami dalla parte dei medici per evitare potenzialmente una denuncia. Vorrei ricordare che penale significa avvocati, soldi, galera perdita del lavoro. Non voglio pensare ad un povero cardiochirurgo, che ha fatto il massimo per salvare un paziente. Magari l’operazione ha avuto qualche complicanza e quel professionista  finisce in galera. Inoltre, per fermare la fuga dei medici bisogna raddoppiare il loro stipendio. Le risorse ci sono. Basta guardare le decisioni di alcune Ulss di ingaggiare cooperative esterne o medici liberi professionisti a prezzi esagerati per coprire i servizi ospedalieri. La seconda cosa meno politica e piu’ tecnici. A comandare la sanita’ devono esserci persone che hanno lavorato nell’ambito sanitario e comprendono davvero le problematiche. La terza cosa molto importante come ho gia’ sottolineato e’ la valorizzazione del medico di famiglia e l’aumento del numero delle guardie mediche.

Mi scusi, dottor Zachos, lei essendo direttore sanitario in un grosso centro medico privato, dovrebbe appoggiare la sanita’ privata o sbaglio?

Si sbaglia: io sono tifosissimo della sanita’ pubblica. La sanita’ pubblica deve essere un gioiello da custodire, da proteggere. La sanita’ pubblica deve curare il ricco e il povero. Bisogna evitare la sua privatizzazione. La sanita’ privata funge da ausilio alla sanita’ pubblica. La sanita’ privata deve cercare di coprire i vuoti.

Mi fa un esempio per fare comprendere ai lettori?

Molte case di cura private hanno prestato interi reparti allo Stato per la cura dei malatti Covid 19. Se la sanita’ pubblica non funziona bene , nascono come funghi i poliambualtori e le case di cura private.

Natalia Bandiera

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