Una parte della conferenza dei Sindaci del Distretto 2 di provenienza del centrodestra che non vuole creare rogne ad una Regione sorda ai problemi dell’Alto Vicentino, un centro sinistra che non ne può più di stare in silenzio e che sostiene che solo attraverso la denuncia dei problemi da Venezia si possano prendere le decisioni utili all’ospedale di Santorso ed un gruppetto di civici battitori liberi che tentano di mediare.

Ma in questi due giorni quello che è balzato agli occhi è che i cittadini dell’Alto Vicentino non ne possono più di mezze misure, di divisioni e di ideologie politiche che condizionano i loro rappresentanti istituzionali e svuotano quel ruolo per il quale si sono seduti in poltrona.

E’ la ‘radiografia’ di una Conferenza dei Sindaci spaccata nella spina dorsale che questa volta non ha ceduto al confronto e che dividendosi in due è andata fino in fondo pubblicando un documento di protesta dai toni comunque pacati perchè la giunta Zaia risollevi le sorti di un ospedale al collasso, dove, secondo gli undici firmatari, sarebbero a rischio anche gli interventi d’urgenza.

E’ proprio su quest’ultimo punto il primo cittadino del Comune più grande dell’Alto Vicentino ha deciso di non firmare, sigla che avrebbe apposto se il comunicato fosse stato scritto correttamente, quindi rivisto di qualche punto. “Non ci sto con chi mi vuole far apparire come quello che si tira indietro quando c’è da battere i pugni contro la Regione, non sono il tipo e chi è onesto nella Conferenza può tranquillamente confermare che sono stato io, il 17 novembre scorso, a decidere di prendere in mano la situazione dopo aver saputo che a Bassano prestano servizio sei pneumologi mentre a Santorso solo due. Ne abbiamo parlato anche con il commissario Bortolo Simoni, che ci ha fatto capire la situazione di emergenza con alcuni professionisti che non possono prestare servizio perchè anche loro affetti da covid”.

Continua a definirsi allibito, sconcertato e deluso Valter Orsi, che alcuni primi cittadini accusano di avere abbandonato il campo di battaglia nella lotta per la salvaguardia dei servizi dell’Ulss 7 Distretto 2. Lui si difende sostenendo che non gli è stato dato il tempo di rielaborare quel documento che ha sancito la spaccatura che il presidente Franco Balzi lo aveva già mandato alla stampa.

Atto che i primi cittadini di area di centro destra non avrebbero voluto assolutamente. “Quel documento dato alla stampa non fa altro che disorientare i cittadini , alimentare il clima di sfiducia, specie in un momento di emergenza covid“. Nessuno tra i sindaci dell’Alto Vicentino nega i problemi dell’ospedale, dei servizi socio assistenziali o la tensione lavorativa a cui sono sottoposti medici, infermieri e operatori sanitari, ma la preoccupazione che emerge tra i sindaci divisi è quella di non lavare i panni sporchi fuori dalla Conferenza.

La più battagliera, durante il confronto tra i primi cittadini, è stata senza dubbio Maria Teresa Sperotto, sindaco di Fara Vicentino e vice presidente della Conferenza dei sindaci, che con frasi piccate e scontro diretto, è stata la prima a dire un secco ‘no’ a Franco Balzi quando ha proposto il testo del comunicato. “Ero contraria al documento perchè dato il grave momento che stiamo attraversando non ritenevo il caso di riproporre le carenze che tutti conosciamo e per le quali stiamo tutti lavorando – ha detto – Inoltre il comunicato riporta anche alcune inesattezze che portano le persone ad allontanarsi ancora di più da Santorso. Intendo dire che seppur con tre sale chirurgiche i reparti, quali appunto chirurgia, ortopedia e ginecologia ed altre specialità funzionano, come pure gli ambulatori, in sicurezza. I disagi che c’erano ieri ci sono anche oggi e dovranno essere risolti. L’ospedale è covid ma funziona nonostante questo, anche grazie a tutto il personale medico ed infermieristico, al personale ausiliario e a tutti coloro che sono in ogni forma impegnati. Ecco perchè non ho sottoscritto il documento. Assicuro ai cittadini che se non vedono la mia firma o quella di altri colleghi non si devono preoccupare, perchè noi ci siamo e giornalmente ci impegniamo. Invito a chiederci se siamo noi servi della politica o è la politica serva nostra? Io penso la seconda. Quando si è sindaco si è sindaco di tutti, senza distinzione, a disposizione e a servizio della comunità”.

Il più grintoso nel confronto è stato il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto, che pur se convalescente ha fatto la parte del leone, contestando ai colleghi del ‘no’ quel tirarsi indietro pur di salvaguardare una Regione che, secondo alcuni non firmatari, non doveva essere attaccata sui media. Casarotto non ha esitato ad invocare il senso di responsabilità pensando ai cittadini che quotidianamente devono avere a che fare con dei servizi che riguardano la loro vita, la tutela del personale in trincea, che va protetto dai sindaci che sono i diretti rappresentanti del popolo. Nella giornata di oggi il primo cittadino ha voluto pubblicare il documento, da lui firmato, sulla sua bacheca facebook, proprio per dimostrare una sorta di fierezza nell’aver intrapreso una difesa strenua della Sanità territoriale. Il plauso ed i commenti a sostengo della sua firma e della condivisione la dicono tutta sul sentiment dei cittadini, a prescindere da come la pensino i sindaci politicizzati.

Nota di Redazione

Sono due giorni che cerchiamo di comprendere cosa ci sia dietro i sì e i no (abbondanti) del comunicato inviato alla Regione per chiedere provvedimento urgenti per una Sanità locale al collasso. Abbiamo ascoltato tutte le versioni, tutte le motivazioni e tutte le giustificazioni, ma qualcosa è matematico: i Sì coincidono con l’estrazione politica di centro sinistra dei sindaci, i no con l’estrazione di centro destra. Tutti hanno l’onestà intellettuale di ammettere che i problemi all’ospedale di Santorso ci sono, ma la Conferenza dei Sindaci, a parte i casi dei sindaci civici, sembra ragionare con il solito criterio ‘politichese’. Se al governo c’è il tuo amico, o il tuo collega di partito, agli occhi dei giornali deve apparire tutto perfetto. Peccato che ci sia di mezzo un valore, come quello della salute, che spesso coincide con la vita stessa e la qualità della vita di intere famiglie, che dovrebbe portare i nostri rappresentanti a muoversi con il buon senso. Della serie: non è perchè sei vicino a Zaia che i problemi non ci sono o sono in via di risoluzione, se dieci, venti, trenta persone arrivano al tuo cospetto e ti raccontano con il cuore in mano che hanno avuto problemi per accedere ai servizi ospedalieri, tu dovresti avere il dovere di rivolgerti all’amico o nemico per denunciare quello sfogo affinchè il problema sia risolto. Ma questo è il mondo delle favole e probabilmente siamo solo delle sognatrici.

 

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