E’ sempre più tensione nel governo sul tema autonomie regionali e dopo l’uscita del vice premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, che ha dichiarato “ne stiamo scrivendo una migliore, le risorse devono essere ripartite equamente in tutta Italia”, dal Veneto piovono dubbi e critiche.

“Non capisco di quale nuovo testo sulle autonmie parli il capo del M5S e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l’occasione di discutere l’idea di questo osservatorio di cui io sento parlare oggi per la prima volta”, ha dichiarato Erika Stefani, ministro per le Autonomie e gli Affari Regionali.

“Dopo un anno di discussioni mi auguro che nessuno voglia rimangiarsi slealmente la parola e l’impegno di cui il presidente Conte è garante – ha continuato il ministro e avvocato trissinese della Lega – Sembra che qualcuno abbia deciso di proteggere una certa cattiva politica deleteria per il Sud. Sarebbe interessante sentire qualche proposta di merito dai compagni di viaggio di governo che possa creare crescita al Paese da Nord a Sud. Ciò che fa bene all’Italia deve essere portato avanti che i cinque stelle vogliano o meno per assicurare finalmente a tutto il Paese un vero sviluppo”.

Che i 5 Stelle avrebbero messo dei ‘paletti’ al percorso per le autonomie differenziate, richieste prepotentemente in primis da Veneto e Lombardia e supportate da un referendum popolare, era stato chiaro fin da subito. Che l’intenzione fosse quella di ‘riscrivere’ i testi, suona come una novità. Dalla discussione ‘a tu per tu’ tra governo e Regioni, si è passati quindi ad un coinvolgimento ben più ampio e sono gli stessi leader leghisti a dirsi sorpresi.

“Sono i no di Di Maio che danneggiano il sud”, ha risposto irritato Luca Zaia, governatore del Veneto, che già nei giorni scorsi, dopo la raffica di ‘no’ del ministro Toninelli in merito a deleghe regionali sulle infrastrutture, era sceso in campo per ribadire che “l’autonomia del veneto non danneggia le regioni del sud”.

Nel frattempo le tensione all’interno del ‘clan’ gialloverde salgono e dopo Erika Stefani, che dell’unione di Lega e 5 Stelle a Palazzo Chigi aveva detto “non è un matrimonio d’amore”, ieri sono stati diffusi alcuni audio in cui Di Maio, a proposito degli alleati e del collega vicepremier Matteo Salvini ha detto: “A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile. Dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all’opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là e dobbiamo fare un accordo”.

A.B.

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