La Regione Veneto sta affrontando una crescente carenza di medici, con oltre 700 posti vacanti, in particolare tra i medici di medicina generale. La situazione è ulteriormente complicata dalla difficoltà di attrarre nuovi professionisti, con il 41% delle borse di studio per la specializzazione non assegnate . In questo contesto, l’ipotesi di reclutare medici cubani sta guadagnando attenzione come possibile soluzione.( fonte Verona Tomorrow) 

L’esperienza di altre regioni italiane

Alcune regioni italiane, come la Calabria  hanno già avviato collaborazioni con Cuba per l’inserimento di medici cubani nel sistema sanitario. In Calabria, ad esempio, sono stati assunti circa 500 medici cubani per far fronte alla carenza di personale . Questi professionisti sono stati accolti positivamente in molte strutture sanitarie, contribuendo a migliorare l’assistenza ai pazienti.

Le sfide per il Veneto

Tuttavia, l’adozione di un modello simile in Veneto presenta alcune sfide. La Regione ha già intrapreso iniziative per affrontare la carenza di medici, come l’assunzione di oltre 1.000 specializzandi . Inoltre, l’Ordine dei Medici ha espresso preoccupazioni riguardo alla lingua e alla formazione dei medici cubani, sottolineando la necessità di garantire standard elevati di qualità e sicurezza. La proposta di reclutare medici cubani in Veneto potrebbe rappresentare una soluzione temporanea per affrontare la carenza di personale sanitario. Tuttavia, è fondamentale considerare le specificità regionali e garantire che qualsiasi iniziativa rispetti gli standard professionali e le normative italiane. Un approccio integrato, che combini l’assunzione di medici stranieri con investimenti nella formazione locale e nel miglioramento delle condizioni di lavoro, potrebbe essere la chiave per risolvere efficacemente la crisi sanitaria in corso.

L’incontro promosso dal M5Stelle

Il 23 maggio scorso, è sbarcata a Venezia la “Misión médica cubana en Italia”.  Palazzo Ferro Fini ha ospitato un incontro sul tema “Ruolo dei medici cubani nel rilancio del Sistema sanitario nazionale: l’esempio della Regione Calabria“, promosso dalla consigliera regionale pentastellata Erika Baldin che ha spiegato dalle pagine del Gazzettino: “L’iniziativa scaturisce da un mio contatto personale, ma magari può nascere qualcosa di buono anche per il Veneto, considerata la carenza di sanitari”. Da quasi un anno e mezzo la Regione guidata dall’azzurro Roberto Occhiuto tampona con gli specialisti sudamericani l’emorragia di camici bianchi nei nosocomi di Cosenza, Vibo Valentia, Crotone, Reggio Calabria e Catanzaro. Gli ultimi 48 hanno preso servizio un paio di settimane fa.

“Sappiamo benissimo le difficoltà che la sanità affronta anche qui in Veneto: questa nostra Regione vive un allarmante fenomeno di esodo di professionisti del Servizio sanitario regionale. Dal 2019 al 2024, ben 8.000 operatori sanitari hanno scelto di abbandonare le strutture pubbliche, non per andare in pensione, ma per intraprendere nuove carriere nel settore privato, nella libera professione, oppure trasferirsi in altre regioni – entra nel dettaglio la pantastellata Erika Baldin – . L’obiettivo deve essere trattenere medici e sanitari nelle strutture pubbliche. Nonostante le difficoltà economiche e logistiche imposte da decenni di embargo, il popolo cubano ha sempre mantenuto un impegno costante nella solidarietà internazionale.
La capacità di inviare medici, infermieri, educatori e specialisti nei luoghi più colpiti da crisi umanitarie, pandemie o disastri naturali è un esempio luminoso di umanità, civiltà e responsabilità globale. La brigata medica “Henry Reeve”, solo per citare un simbolo di questo impegno, rappresenta un patrimonio morale per l’intera comunità internazionale.Guardiamo a questi esempi e alla capacità di reagire alle sfide della storia del popolo Cubano come un esempio e un invito concreto alla cooperazione e all’amicizia tra i popoli, per la ricerca di soluzioni che possano appartenere al mondo e che possano portare beneficio alle persone, anteponendo la salute, la cultura e i diritti alle logiche del profitto economico e della politica. Speriamo di poter assistere nel futuro ad una diffusione di queste pratiche, fondate sulla solidarietà e sulla cooperazione: noi saremo sempre promotori dei princìpi ispiratori di queste iniziative.”

I.A.

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