La Regione Veneto deve stare attenta a “non inserire vincoli e paletti troppo stringenti sul fotovoltaico a terra, come vorrebbe fare”, perché altrimenti rischia di emanare un provvedimento incostituzionale. Il monito arriva dal portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale Veneto, Arturo Lorenzoni, che si rifà alla bocciatura da parte della Corte costituzionale di alcune misure previste dall’amministrazione regionale toscana.

“Oggi più che mai è opportuno entrare nel merito dello sviluppo di questi impianti, in Italia e in Veneto, in modo approfondito, senza alcun pregiudizio”, sostiene Lorenzoni ricordando gli impegni presi dall’Italia in termini di transizione ecologica e la necessità di “sostituire i combustibili fossili” rispettare i vincoli assunti e per “scongiurare gli scenari peggiori dal punto di vista climatico, che vedono temperature invivibili nella penisola e un avanzamento marcato della linea di costa in Veneto alla fine del secolo”. E il superamento dei combustibili fossili “passa necessariamente attraverso un forte impulso verso l’efficienza energetica e l’utilizzo del vento e del sole”.

Quindi, continua Lorenzoni, “non si tratta tanto di scegliere se posizionare o meno il fotovoltaico a terra, quanto piuttosto se farlo bene o male”. Ed è su questo punto che dovrebbe intervenire la normativa, ricordando peraltro che “non ha senso parlare di consumo di suolo”, dal momento che gli impianti “possono essere smantellati in poche settimane con la rinaturalizzazione integrale”, conclude.

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