Veneto maglia nera per i furti.

Presentato nei giorni scorsi a Roma “La casa sicura del futuro”, prima edizione dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Casa, elaborato da Censis/Verisure. Per 55 italiani su 100 un furto o un’aggressione nella propria abitazione sono gli eventi che spaventano di più. È una paura, quindi una percezione: il dato reale ci dice che i furti sono diminuiti negli ultimi dieci anni (2012-2021). Ma la sicurezza personale rimane al centro delle preoccupazioni: 17 milioni di italiani si sentono poco o per nulla sicuri fra le mura domestiche, 6 milioni di donne hanno paura quando rimangono sole in casa di notte. Si può affermare, quindi, che è cresciuto l’investimento emotivo degli italiani nella propria abitazione. Di seguito i dati salienti della ricerca. Il bisogno di sicurezza degli italiani: 6 italiani su 10, durante la pandemia, hanno sofferto di stati di ansia e paura, specialmente giovani, donne e chi vive in grandi realtà urbane. Eppure, l’andamento delle denunce registra una tendenza decrescente: dai 2.818.834 reati denunciati nel 2012 ai 2.090.437 nel 2021, -25,8% nei dieci anni considerati (-728.397 reati in valore assoluto). La percezione di sicurezza in casa: moltiplicazione e individualizzazione della domanda di protezione. 17 milioni di italiani (il 33,9% dei maggiorenni) si sentono poco (25,6%) o per niente (8,3%) sicuri all’interno delle mura domestiche, e hanno paura di incendi, esplosioni atti vandalici, furti, con percentuali che salgono al 40,1% tra le donne e al 42,8% per chi vive nelle regioni del Sud. 9 milioni di italiani (il 17,4% della popolazione con più di 18 anni) hanno paura se devono restare da soli in casa di notte: due terzi di questi, 6 milioni in valore assoluto, sono donne. 3,6 milioni di italiani vivono in condizioni di grave deprivazione abitativa. Le paure degli italiani: il 55,0% degli italiani teme di subire un furto in casa; il 41,1% è preoccupato di subire un’aggressione fisica (44,8% delle donne e 37,3% degli uomini), mentre il 29,6% ha timore di un’emergenza medica (con quote che raggiungono il 35,7% tra gli ultracinquantacinquenni). Circa il 20% teme le truffe online.

La Cybersicurezza e gli italiani: il 56,6% degli italiani teme di mettere a rischio la propria sicurezza mentre svolge operazioni bancarie, operazioni di lavoro, acquisti on line, con valori che crescono tra chi utilizza maggiormente le nuove tecnologie: giovani e adulti in età lavorativa. Il 34,7% degli italiani è preoccupato del libero accesso ad Internet dei minori, con valori che raggiungono quasi il 50% tra gli anziani (61,1%). Salute mentale e Social: dopo la sicurezza informatica e le insidie per i minori, il 23,7% si dichiara preoccupato per la salute mentale e i rischi di dipendenza che può provocare la sovraesposizione al web e ai social, e la quota sale al 33,0% tra i giovani con meno di 35 anni e al 30,9% tra i laureati. Il 22,0% della popolazione adulta (il 26,4% tra i millennials) indica il pericolo di rimanere vittima degli haters – gli odiatori di professione che, approfittando dell’anonimato, attaccano e insultano le persone sui social. I reati tradizionali: negli ultimi dieci anni i furti in abitazione sono diminuiti, ma rimangono un pericolo reale. Nel 2021 ne sono stati commessi 124.414, con una media di 341 al giorno. Meno significativa la riduzione delle rapine: nel 2021 ne sono state commesse 1.642, contro le 1.575 del 2020 (+4,3%) e le 1.818 del 2019 (-9,7% la riduzione nel biennio).

La distribuzione regionale dei reati: primato negativo per il Veneto, dove nel 2021 si sono verificati 31,8 furti in abitazione ogni 10.000 abitanti; seguono l’Emilia-Romagna con 30,5 sulla stessa quota di popolazione, e la Toscana, con 29,8 furti in abitazione ogni 10.000 residenti. Il Lazio registra 22,5 furti in abitazione ogni 10.000 abitanti e si posiziona al quarto posto nella graduatoria per variazione assoluta con 12.854 denunce. Chiude la classifica la Valle d’Aosta, con 7 furti in abitazione ogni 10.000 residenti, preceduta da Calabria e Sardegna.

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