Il 2022 si sta rivelando un anno particolarmente positivo per il settore turistico veneto, sia in termini di presenze che sul versante occupazionale. Se da un lato, secondo i dati del Sistema Statistico Regionale, nei primi cinque mesi dell’anno le presenze turistiche sono più che triplicate rispetto allo scorso anno, dall’altro l’analisi di Veneto Lavoro sulla domanda di lavoro nel settore turistico rileva come tra gennaio e luglio si siano registrate oltre 103.000 assunzioni, con una crescita pari al +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, anno record per l’occupazione regionale. Lo segnala Veneto Lavoro in un comunicato.
La crescita ha interessato soprattutto i rapporti di lavoro stagionali, che valgono il 52% del totale e che sono aumentati del +12%, mentre quelli non stagionali hanno registrato una flessione pari al -6%. Tra gli stagionali, l’incremento è stato significativo anche per i giovani (+16%) e ha riguardato tanto gli italiani (+11,3%) quanto gli stranieri (+13,8%).

Le province di Belluno, Venezia e Verona hanno attivato circa l’80% dei flussi complessivi di assunzione e mostrano percentuali di crescita rispettivamente del +6,2%, +4,1% e +4,5%. L’andamento positivo dell’occupazione non riguarda solo il settore turistico ma l’intero mercato del lavoro regionale. Come evidenziato nell’ultimo numero della “Bussola”, nei primi sette mesi del 2022 si è registrato un saldo positivo per oltre 78.200 posti di lavoro dipendente, con un volume di assunzioni in crescita del 25% rispetto al 2021 e superiore anche al 2019.

A fronte di un lieve rallentamento della crescita nei mesi di giugno e luglio, quale fisiologico assestamento dopo il rimbalzo post-pandemico registrato nei mesi precedenti e in parte dovuto anche all’anticipo nei mesi di aprile e maggio delle assunzioni a termine nel turismo, quest’anno si è inoltre assistito a uno spostamento da forme di lavoro più incerte e precarie verso contratti con maggiori prospettive e garanzie. In particolare, nel mese di luglio i posti a tempo indeterminato sono aumentati di 2.100 unità, registrando nel mese 9 mila assunzioni (+16% rispetto al 2021) e 7.600 trasformazioni. Il raffreddamento dell’exploit occupazionale avviatosi un anno fa sta portando con sé anche il ridimensionamento di alcuni fenomeni ad esso collegato, come l’aumento delle dimissioni o l’espansione del lavoro domestico, esploso in periodo di pandemia. L’anno in corso ha invece segnato il proseguimento della ripresa nel commercio e nel turismo, nonché il riscatto di alcuni comparti che più avevano sofferto, soprattutto musica e spettacoli nei servizi e il Made in Italy, specie quello legato alla moda, tra i comparti industriali.

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