“Il boom di casi di disagio mentale nel Veneto e la denuncia pubblica degli psichiatri che si trovano nell’impossibilità di arginare l’emergenza per una cronica carenza di personale a disposizione, riflette un quadro che non può trovare sorpreso nessuno. A partire dalla Regione che ha i dati sotto gli occhi. Il problema è che manca la volontà di risolvere i problemi enormi che affliggono l’ambito della salute mentale in Veneto”. La presa di posizione è della Consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon che prosegue: “Un giovane su due soffre di depressione o ansia. E contemporaneamente mancano psichiatri nel servizio pubblico. Al tempo stesso assistiamo alla farsa di un concorso che si trova da un anno in stallo, bloccato per un errore materiale, col risultato che ben 1.400 psicologi sono ancora a casa. Certo, con il concorso ne sarebbero stati assunti 40, ovvero pochissimi. Ma la vicenda dimostra che queste figure non mancano. Si assumano allora immediatamente un numero elevato di psicologi, in modo che possano prendere in carico i casi di disagio molto diffusi. Altrimenti questi pazienti verranno irrimediabilmente lasciati a loro stessi e alle famiglie, col risultato che da patologie curabili si passerà alla cronicità da affrontare tramite psichiatri che però sono sparuti”.

“Il Veneto – conclude Bigon – è drammaticamente la penultima Regione per investimento in salute mentale. E tale è destinata a rimanere perché questi ragazzi purtroppo non interessano a nessuno”.

Comunicato Stampa

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