Da qui al 2030 in Veneto mancheranno  150 mila persone in età lavorativa a causa del calo demografico, dato che sale a 400 mila se si considerano solo i candidati «di età compresa tra i 15 ed i 44 anni. Le aziende, perciò, dovranno contare sui lavoratori over 50, che però non basteranno a colmare tutti i vuoti”.  Lo dichiara lanciando un vero e proprio allarme il  direttore dell’agenzia regionale Veneto Lavoro, Tiziano Barone, nella pubblicazione periodica Cliclavoro Veneto in occasione della Festa del Primo maggio. Barone sottolinea il dramma del calo demografico sollecitando risposte «necessariamente di lungo periodo» tra cui «politiche familiari che favoriscano la natalità, gestione più efficace dei flussi migratori, percorsi formativi più attinenti alle esigenze del tessuto produttivo del territorio, anche aumentando l’offerta di Istituti tecnici superiori e formazione professionalizzante».

Il direttore di Veneto Lavoro affronta anche il tema del  «fenomeno delle dimissioni, cresciute del 15% rispetto al 2021 e del 35% sul 2019, a dimostrazione che oggi un lavoratore con competenze spendibili può trovare, anche abbastanza facilmente, un impiego più confacente alle proprie aspettative. Se fino a qualche tempo fa eravamo abituati a sentir dire l’azienda “le farò sapere” al termine di un colloquio – aggiunge – oggi spesso è il lavoratore che può permettersi di dirlo». «Il lavoratore oggi va corteggiato e il talento ricompensato. È anche in quest’ottica – si legge nell’editoriale di Barone  – che si deve leggere il forte aumento dei contratti a tempo indeterminato cui stiamo assistendo in questo periodo. Ma nel cambiamento – chiude Barone – anche la persona è chiamata ad un’assunzione di responsabilità nel mantenere aggiornate le proprie competenze, in una sorta di obbligo formativo etico».

Fonte Nord Est Economia 

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