Il bando per dare un contributo di 400 euro al mese per 12 mesi ad anziani non autosufficienti assistiti in Veneto solo a domicilio (o la cui residenza sia comunque non in un Centro servizi anziani-casa di riposo), è stato aperto il 10 giugno e scade il 10 agosto e secondo la Fnp, la sigla dei pensionati Cisl, “anche stavolta ci sono delle criticità tali per cui accedere a questa opportunità rischia di diventare una corsa a ostacoli”. Con un fondo di 19,5 milioni, rispetto ai 61,5 dello scorso anno, la platea dei beneficiari, già molto bassa, “si riduce ancora”, commenta Tina Cupani, segretaria Fnp Veneto, inoltre, “l’uscita del bando in piena estate potrebbe rendere difficoltoso per le famiglie avere in tempo la compilazione della scheda Svama, requisito necessario”. Il bando “Sostegno nella gestione dei carichi assistenziali della persona anziana, di norma ultrasessantacinquenne, assistita a domicilio, non autosufficiente in stato di comprovata vulnerabilità”, è la riedizione del bando 2024, che includeva anche i non autosufficienti residenti in struttura e aveva messo sul piatto 61,5 milioni di euro per complessivamente 12.500 anziani. Quest’anno le risorse disponibili dal Fondo sociale europeo Plus e previste dalla voce “Inclusione sociale” sono 19,5 milioni “che, facendo i conti, saranno erogate a poco più di 4.000 anziani non autosufficienti con i seguenti” che non hanno residenza in un Centro servizi anziani, hanno una valutazione Svama (Scheda per la valutazione multidimensionale dell’adulto e dell’anziano) con punteggio non inferiore a 70 punti, un Isee sociosanitario inferiore a 40.000 euro e non sono già percettori del sussidio del bando 2024.
Data l’apertura del bando per due mesi, per di più estivi con ferie per molti dei professionisti coinvolti, proprio la scheda Svama può essere un problema per le famiglie che intendono partecipare al bando, secondo la Fnp. Per avere la scheda Svama, infatti, i tempi non sono immediati dato che va compilata, ciascuno per la sua parte, dal medico di medicina generale, dall’infermiere domiciliare del distretto, dall’assistente sociale del Comune competente ed eventualmente da altri specialisti. “Di solito una famiglia chiede la Svama quando intende inserire il proprio caro in casa di riposo, perché con essa entra in graduatoria sia per il posto letto sia per avere l’impegnativa di residenzialità”, considera Cupani, “molte famiglie che già assistono a casa un anziano non autosufficiente, e sono la maggioranza, potrebbero non averla mai chiesta e, quindi, partono in una condizione di svantaggio per questo bando”. E il 90% degli anziani non autosufficienti in Veneto (295.000 su 328.000) è assistito a casa, dai familiari o dalle assistenti familiari, ricorda infine la sigla della Cisl.
