La commissione Ambiente del Consiglio regionale veneto ha completato l’esame della legge quadro sugli impianti fotovoltaici, che ora passerà in commissione Bilancio e Programmazione per il previsto parere sugli aspetti finanziari, prima di essere definitivamente licenziata e approdare quindi in aula per l’approvazione. Soddisfatto il presentatore della norma, Roberto Bet (Lega-Liga veneta), che alla ‘Dire’ riepiloga i punti salienti del provvedimento. “Diamo ordine ai criteri di non idoneità, quindi alle tutele di tipo paesaggistico e ambientale, e introduciamo l’elenco delle aree idonee, che sono principalmente le zone industriale, le coperture dei capannoni e degli edifici, le aree già compromesse dal punto di vista ambientale come ex cave e discariche”, spiega Bet. “Introduciamo il compito per le Province, con il supporto della Regione di individuare le aree agricole di pregio per tutelare alcune zone del nostro territorio dal punto di vista delle attività del settore primario, e nelle zone agricole idonee indichiamo la preferenza per gli impianti agrivoltaici”.

Gli agricoltori che volessero installare impianti fotovoltaici a terra, non con modalità agrivoltaica, potranno farlo solo in un ventesimo dei campi a loro disposizione, dimostrando di mantenere produzioni agricole nei restati 19 ventesimi.

Salta il divieto di installare impianti fotovoltaici per le aziende agricole impegnate in produzioni di origine, ad esempio Igp e Doc, che potranno realizzare impianti agrivoltaici presentando una asseverazione da parte di un agronomo che attesta con una relazione la continuazione dell’attività agricola, “in maniera tale che venga comunque garantita la produzione tipica”. Stessa cosa, in realtà dovrà fare qualsiasi azienda agricola che intenda realizzare impianti agrivoltaici, che non avranno limiti rispetto alla quota di campi su cui installare pannelli.

“Abbiamo dato ordine alle competenze della giunta regionale per definire le linee guida e semplificare i procedimenti autorizzativi”, conclude Bet. “Siamo la Regione che ha dato un quadro organico a un settore nuovo su cui almeno in Veneto gli operatori avranno un testo di legge su cui basarsi, che sopperisce anche alle carenze della legislazione nazionale, che sul tema sta continuando a fare interventi a spot inserendo un comma qua e là”.

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