Ci sono cascati in moltissimi. È comparsa come un’apparizione mistica tra i post di “Il calcio quello bello” e i gruppi Facebook amarcord: una maestosa statua in bronzo di Roberto Baggio, celebrativa, fiera, poetica. Alta 2,7 metri, secondo alcuni. Inaugurata a Caldogno il 15 maggio 2023, secondo altri. Ma dove si trova davvero? A Brescia? A Caldogno? Ad Altavilla, magari nel giardino zen del Divin Codino? La risposta è molto più semplice: da nessuna parte.

Sì, avete letto bene. La statua non esiste. È un fake. Un’illusione. Un’opera d’arte sì, ma dell’intelligenza artificiale, partorita non da un bronzista rinascimentale, bensì dall’assessore leghista di Arzignano, Enrico Marcigaglia, classe ‘81, cuore vicentino e mente tech.

«Non voleva essere uno scherzo», dice Marcigaglia, che ha però gentilmente scatenato un delirio collettivo tra nostalgici del calcio, boomer digitali e apprendisti Indiana Jones dell’arte pubblica. L’opera – pardon, il test – è nata come omaggio a Roberto Baggio. L’assessore ha messo alla prova ben quattro diverse IA, selezionando l’elaborazione migliore e rendendola ancora più realistica con un altro software, in grado di immaginare la statua a 360°, con tanto di luci solari e prospettive. Un Michelangelo 4.0, insomma.

E il risultato? Un video ultra-realistico, con tanto di voce narrante, pubblicato su Facebook. Da lì, il disastro.

Sulla pagina “Il calcio quello bello” è stato amore a prima vista: 17mila like, più di 600 commenti, oltre 400 condivisioni. Il web si è mobilitato per localizzare l’opera: “Sta a Caldogno!” (falso), “L’hanno messa ad Altavilla, nel giardino di Baggio!” (più falso del primo), “È a Brescia, me lo ha detto mio cugino!” (vabbè).

Ma il capolavoro della creatività collettiva arriva da un post di un altro utente, seguito da 42mila follower, che spiega con solenne convinzione che la statua è stata inaugurata con tanto di cerimonia l’anno scorso, il 15 maggio 2023, appunto a Caldogno. Peccato che quella data sia nata direttamente dalla sua fervida immaginazione. E nemmeno una didascalia tipo “Enrico Marcigaglia AI Design” (presente nel video originale) è bastata a frenare l’ondata di delirio: quella, infatti, è stata tagliata. Un caso? Non lo sapremo mai.

«Molte persone non sono in grado di distinguere la realtà dall’IA», riflette Marcigaglia. Ed è qui che l’esperimento da social-divertissement diventa inquietante: «Se volessi ingannare davvero qualcuno, potrei farlo facilmente», avverte l’assessore. Il che, detto da uno che usa software IA nel tempo libero, suona come l’equivalente digitale di “potrei conquistare il mondo ma mi accontento di Arzignano”.

Il messaggio finale è chiaro: la verità è ormai un optional, e una statua che non esiste può ricevere più attenzione di una vera. Basta un buon prompt, un tocco di Photoshop, un audio narrante e via: un monumento immaginario conquista il web.

Prendiamola così:  abbiamo così tanto amore per Roberto Baggio… che ci bastano anche le sue statue finte.

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