Riceviamo e pubblichiamo dai Sindaci della Conferenza del distretto Alto Vicentino della Ulss 7 lo sfogo in merito all’ultima legge regionale sul gioco d’azzardo

La Legge Regionale 38/2019 in materia di prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico – che desta in questi giorni una forte preoccupazione tra i cittadini del territorio – vede i sindaci dell’Alto Vicentino all’opera per affrontare e cercare di risolvere la questione.

Dopo una prima analisi svoltasi nell’Esecutivo dei Sindaci del Distretto 2 dell’ULSS 7 dello scorso 8 ottobre, l’argomento è stato ulteriormente approfondito nel corso del successivo periodico incontro, svoltosi il 22 ottobre con un’approfondita analisi della normativa regionale, dei passaggi che l’hanno preceduta a livello nazionale, ma soprattutto di quelle che possono essere le ricadute negative sul territorio.

La legge Regionale n. 38 del 2019 è intervenuta sulla normativa che regola il gioco d’azzardo richiamando il contenuto dell’accordo “Stato Regioni” del 2017, (peraltro non ancora tradotto nell’apposito Decreto Ministeriale, che doveva essere emanato entro il 31/10/2017) che riconosce “agli enti locali la facoltà di stabilire per le tipologie di gioco delle fasce orarie di attività”.

L’intento regionale di rendere omogeneo l’orario di apertura delle sale da gioco cancella la precedente Legge Regionale 6/2015, che consentiva ai comuni interventi più restrittivi in presenza di determinate circostanze.

Questa abrogazione – non necessaria, tant’è che nell’accordo “Stato Regioni” 2017, cui la nuova norma regionale si riallaccia, indica che “le disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione o Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore continueranno comunque a esplicare la loro efficacia” – toglie di fatto ogni potere ai sindaci su questo importante elemento.

E finisce per essere un assist per le case da gioco, che sarebbero ora legittimate a rimanere aperte fino a 18 ore al giorno, con un contestuale ridicolo obbligo di chiusura pari a sole 6 ore giornaliere.

Questa scelta azzera gli sforzi di molte Amministrazioni, che si erano strenuamente impegnate per approvare provvedimenti capaci di limitare il più possibile il gioco, specialmente nelle ore notturne.

La Legge Regionale priva di fatto i comuni della possibilità di individuare gli orari di apertura delle sale giochi, ma anche le sanzioni amministrative in caso di mancato rispetto degli stessi.

Non è questo l’unico punto dolente che i Sindaci segnalano: l’allarme riguarda la collocazione logistica delle sale da gioco, oltre che su tutta un’altra serie di fattori, affatto irrilevanti.

Il nuovo provvedimento interviene sulla cosiddetta “distanza obbligatoria dai punti sensibili” (scuole, chiese, strutture sanitarie, bancomat, ecc), che aveva da alcuni anni permesso di limitare la nascita di nuove sale da gioco: il conteggio non verrà più calcolato d’ora in poi “in linea retta”, ma sulla base di un “percorso pedonale più breve”, che di fatto ne riduce fortemente l’efficacia.

“Quello della Regione rischia di diventare un significativo passo indietro nella lotta contro la ludopatia – afferma il Presidente del Comitato dei Sindaci Franco Balzi – Siamo assolutamente determinati a fare la nostra parte, confrontandoci in modo costruttivo con il livello politico regionale, per porre rimedio a questa prospettiva”.

I dati

I dati nazionali ci parlano di una diffusione esponenziale del fenomeno. Se nel 2004 in Italia venivano giocati 25 milioni di euro, siamo passati agli 89 del 2012 per arrivare ai 106 del 2018. Questi numeri si sono tradotti in un aumento drammatico dei problemi personali e sociali legati al gioco eccessivo e incontrollato, che si trasforma spesso in una vera e propria dipendenza, denominato gambling patologico, che i ricercatori stimano ormai su una popolazione che supera il milione di persone.

I dati analizzati al Tavolo Dipendenze del nostro Distretto (istituito dai Sindaci del nostro territorio al pari di quello sui Minori, sulla Disabilità, sugli Anziani, sulla Salute mentale, oltre che sull’Ospedale e sui servizi del Territorio) parlano chiaro.

Sono più di 2 mila le persone che in qualche modo si sono messe in contatto con il Serd (Servizio Dipendenze – dati aggiornati a giugno 2019), con un impatto trasversale che riguarda sia adolescenti che anziani, uomini e donne.

Non meno importante l’impatto economico sulle famiglie interessate.

A titolo esemplificativo: nei soli sette comuni amministrati dai sindaci presenti all’esecutivo, la somma giocata nell’anno 2018 è stata pari a 134.529.466,60 euro e dai 36 contatti del 2017 allo sportello dedicato al GAP (Gioco d’azzardo Patologico) si è arrivati ai 105 del 2018 e ai 149 alla data attuale.

L’ULSS sottolinea che “quanto più sono numerose le opportunità di gioco a disposizione della popolazione, maggiore è il numero dei dipendenti”.

I sindaci dell’intero Alto Vicentino intendono muoversi in modo compatto e tempestivo.

La nuova normativa regionale, approvata nel settembre 2019, prevede infatti che entro il mese di novembre l’individuazione dei criteri applicativi: in questa fase i sindaci chiederanno le opportune modifiche e correttivi, nell’ottica di un corretto confronto tra istituzioni.

“La nuova Legge Regionale va a comprimere il diritto-dovere dei sindaci di agire sul proprio territorio in base alle sue specificità ed esigenze. Quello che non va dimenticato è che tra i nostri primi compiti c’è la tutela della salute pubblica e della sicurezza delle comunità, ed è esattamente per assicurare questo che molti Comuni hanno adottato ordinanze ad hoc su questo tema”.

Provvedimenti portati avanti con determinazione nonostante i ripetuti ricorsi da parte degli operatori economici, gli interessi dei quali hanno dovuto cedere il passo di fronte alle riconosciute ragioni di salute pubblica, considerati dai giudici prevalenti rispetto a quelli economici.

Provvedimenti che avevano soprattutto iniziato ad incidere positivamente sul contenimento di questa piaga sociale, rispetto alla quale i sindaci non intendono assolutamente rassegnarsi.

di Redazione Altovicentinonline

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