“Il nuovo piano regionale per le liste d’attesa rappresenta un passaggio necessario, ma non va preso a scatola chiusa: la discussione in commissione e in Consiglio dovrà essere approfondita. In primo luogo per garantire che le prestazioni vengano effettuate entro i termini non al 90% bensì nella loro totalità. La visita nei tempi permette infatti di fare prevenzione e questo aspetto è di rilievo fondamentale. Contemporaneamente va messa una serie di paletti chiari, a partire dal fatto che non saranno i cittadini a sostenere costi per il pagamento delle prestazioni sanitarie e che gli investimenti della Regione non siano solo finanziari ma anche organizzativi”.
A dirlo la consigliera regionale del Pd Veneto, Anna Maria Bigon.
“Ci attendiamo che finisca davvero l’epoca in cui i CUP tengono in sospeso i richiedenti invitandoli a richiamare perché le liste sono chiuse, cosa che peraltro non è ammessa dalla legge. L’operatore dovrà prendere tutti dati e fissare una visita nei tempi richiesti dal medico di famiglia. Anche un eventuale galleggiamento prevede in ogni caso che chi necessita della prima visita dovrà essere richiamato nelle 48 ore successive e non oltre. Ed è bene ricordare che, nell’ipotesi in cui ciò non avvenga, la legge conferisce la possibilità, previa istanza al Direttore generale, di farsi fissare una visita anche in libera professione intramuraria, con costo a carico della Usl. Insomma nessun alibi è più ammissibile. I numeri indicati ad oggi dalla Regione sulle liste d’attesa non possono considerarsi attendibili in quanto il CUP, in varie occasioni, non prendeva nemmeno i dati della persona richiedente che quindi non entrava a far parte della lista d’attesa. La realtà è  che le impegnative dei medici di famiglia nel 2022 sono state 29 milioni, di cui 16 milioni eseguite. Attenzione poi all’overbooking: il medico deve mettere l’attenzione ed il tempo necessario per effettuare le prestazioni in modo adeguato”.
Secondo l’esponente dem “sarà necessario discutere anche della figura del responsabile unico aziendale per le liste d’attesa, istituita da questo piano: quali saranno le funzioni e le responsabilità in caso di mancato adempimento sul rispetto dei tempi? Il cittadino deve essere totalmente garantito, così come previsto dalla normativa. Per quanto riguarda l’acquisto di prestazioni in convenzione con i privati, riteniamo opportuno che le prestazioni vengano effettuate nella maggior parte all’interno delle strutture pubbliche, previo equo riconoscimento economico. Questo permetterebbe di mettere in sicurezza il nostro personale che risulta avere un trattamento economico inferiore ad altre realtà, soprattutto private ed estere. Dobbiamo evitare l’abbandono del pubblico da parte di medici ed infermieri. Altrimenti rischiamo che le aperture serali e nei fine settimana, previste dal piano, non siano di fatto realizzabili”.
Comunicato Stampa
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