“Nei Comuni vicentini manca personale”. La denuncia è della Cgil, che indica un numero preciso: 739 dipendenti in meno negli ultimi 10 anni.

“Il dato è lampante e individuare una soluzione è necessario – spiega Giulia Miglioranza, segretaria generale funzione pubblica Cgil Vicenza – Da un’analisi dei dati del conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, emerge chiaramente come negli ultimi 10 anni vi sia un rapporto drammaticamente negativo tra assunti e cessati dei Comuni della provincia di Vicenza, che tra il 2007 e il 2017 hanno perso complessivamente 739 dipendenti, 468 solo negli ultimi tre anni di riferimento”.

Questi dati confermano l’allarme che il sindacato lancia ormai da tempo. Dal 2010, l’anno del pareggio di bilancio in costituzione, Stato e Regioni hanno pensato di fare cassa attraverso una riduzione generalizzata della spesa pubblica: bloccando le assunzioni del personale, lasciando sguarniti i posti vacanti determinati dai pensionamenti, bloccando i contratti, riducendo le retribuzioni. Meccanismi penalizzanti nei confronti dei lavoratori pubblici, spesso additati come ‘fannulloni’, meccanismi che in realtà nascondevano ben altra finalità, come quella di ridurre la spesa destinata alle autonomie locali, assecondare l’arretramento e la privatizzazione di alcuni servizi, anche comprimendo il costo del lavoro.

Anni in cui la politica ha affermato di voler potenziare attività e servizi dei Comuni, in nome della vicinanza degli enti al cittadino e del federalismo, ma in cui nessun legislatore, a tutti i livelli, ha poi operato in tal senso. Il crollo è diventato inesorabile, i dipendenti dei Comuni sono sempre diminuiti e i servizi ridimensionati o privatizzati.

“Per superare la situazione che si è venuta a creare in questi anni, serve andare ben oltre lo sblocco del turn over e avviare finalmente un piano straordinario di assunzioni, superando i vincoli ancora in vigore – continua la rappresentante di Cgil – Vincoli generalizzati a tutti gli enti, anche a quelli con bilanci positivi e in equilibrio economico-finanziario come quelli vicentini. Serve potenziare l’inserimento nei Comuni di figure professionali strategiche per l’innovazione degli enti e per la garanzia dei servizi ai cittadini, a partire dai servizi che hanno un diretto rapporto con l’utenza, pensiamo ad esempio ai servizi demografici e ai servizi sociali, ma anche alla Polizia Locale, alle Biblioteche, ai servizi culturali. Serve infine liberare la possibilità, per gli enti locali in condizioni di equilibrio, di remunerare il proprio personale aumentando il salario accessorio. Perché – conclude Giulia Miglioranza – l’ultima delle grandi contraddizioni di questi anni è che sono aumentati i carichi di lavoro e diminuito il personale, quindi la produttività è aumentata, ma il salario individuale è sceso”.

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