Pedemontana veneta salva, o quasi. Jp Morgan colloca il bond da 1,55 miliardi di euro ed ora  Sis ha la copertura finanziaria per chiudere il closing.

Coi ‘soldi in tasca’ il concessionario Sis può finalmente spazzare via tutte le incertezze che quotidianamente si sono accumulate sul corridoio che lambisce le prealpi venete, poco meno di 100 chilometri da Montecchio a Spresiano del valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro, contro i 370 milioni stimati in partenza.

Un’infrastruttura zoppicante, sotto molti punti di vista. Dalle stime di traffico non realistiche, con un ribasso dei numeri che aveva suscitato dure osservazioni da parte della Corte dei Conti, oltre ai sequestri di due cantieri  di Malo e di Castelgomberto.

Catastrofe evitata?
L’obbligazione da 1,55 miliardi di euro, piazzata mercoledì pomeriggio, va a colmare la grossa lacuna finanziaria di Sis. Strutturata in una senior  trentennale da 1,2 miliardi di euro e una subordinata da 350 milioni di euro della durata di dieci anni con un tasso dell’8 per cento, darà modo a Sis di dare slancio ai cantieri della Pedemontana.
Ma non tutte le nubi sono state spazzate. Fermo restando le tempistiche di chiusura del closing finanziario entro gennaio, incombe ancora il ricorso al Tar di Salini Impregilo, dopo avere impugnato il contratto siglato nel maggio scorso tra Regione e Sis. Per il gruppo che, dopo avere partecipato alla gara, aveva perso l’aggiudicazione dell’appalto, la terza convenzione sarebbe ritenuta illegittima.

In Regione
Nessuna foglia si è ancora mossa in Regione dopo il piazzamento del bond miliardario da parte della società finanziaria Jp Morgan.
Di certo resta la prima rata da 7,5 milioni che la Regione, e con essa i contribuenti veneti, pagherà il prossimo anno per rientrare del mutuo da 300 milioni di euro concesso da Cassa Depositi e Prestiti: la prima tranche  da 140 milioni di euro verrà versata nel 2018 per dare un’accelerata ai lavori che languono nei cantieri, la seconda da 160 milioni di euro nel 2019.

Paola Viero

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