“La Pedemontana non si tocca”, parola di  Luca Zaia. E poco importa se da Roma Di Maio la metta in bilico come infrastruttura da completare.  “Sarà a servizio del territorio”, continua il numero uno del Veneto, sbuffando quasi a “è un problema economico ed ambientale” del vice premier grillino.

Che debba essere finita, ormai lo chiedono sì i veneti come sostiene Zaia. Quanto meno per non lasciare un cadavere di cemento e asfalto su di un territorio, che è stato più che sventrato dal suo passaggio.  94 km, da Vicenza a Treviso, in un travagliato percorso iniziato di fatto sette anni fa, con la ‘posa della prima pietra’. Ma il progetto vanta un’anzianità ben più lunga. Nel 1990 la Pedemontana venne inserita nel piano regionale dei trasporti del Veneto.

Fa bene Zaia a dire anche che  “i 36 sindaci hanno espresso tutti parere favorevole”. Un tempo, quando nella sala comandi della Pedemontana troneggiava Vernizzi, il commissario poi silurato. Sarebbe da capire, ad oggi, di tutta quella trentina e più di amministrazioni locali, che vedono pezzi di terra anche privati, solcati dai vari cantieri quanto ancora la pensino così. Magari guardando a quelle opere complementari promesse in fase di progetto, per le quali la Corte dei Conti si sta interessando. Opere che, tra l’altro, sempre nel corso degli anni sono state soggette di “ulteriori nuove richieste, mai supportate e giustificate da studi dei flussi di traffico e stime”, risponde la Regione di fatto cassando ulteriori investimenti in tal senso.

 

“La Pedemontana è purtroppo un grande problema  dal punto di vista economico e ambientale  -ha spiegato Luigi Di Maio in un’intervista al Tgr Veneto  – Ha destato forte perplessità sia nel ministro Toninelli che in Costa. Aspetteremo che finiscano di studiare questo dossier e si pronuncino”.

Intanto i lavori continuano, tra stati avanzamento di lavoro che hanno sforato di gran lunga la cifra preventivata. Dagli iniziali 1,8 milioni di euro ad oggi “vale 2 miliardi e 258 milioni per 94 chilometri di superstrada tra 36 Comuni con 14 caselli. Al servizio di un territorio che, pur essendo la vera pompa del pil, non dispone di un grande bypass tra le aree di Treviso, Montebelluna, Bassano e Vicenza. Se esiste qualcuno che ha un piano concreto per migliorare le condizioni economiche della Pedemontana – ha spiegato Luca Zaia sempre a Tgr Veneto – io sono pronto: sono disposto a cedere il ruolo di concedente al ministero alle Infrastrutture. Tutto, ma questa agonia deve finire. Ricordo che ai primi di dicembre ne apriamo già una tratta e nel 2020 l’opera sarà completa”.

P.V.

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