“Dicevano Roma ladrona. La Lega non perdona, ma alla fine sono diventati uguali e il pericolo è che adesso, come premio di consolazione per la mancata ricandidatura, ricevano posti in qualche consiglio di amministrazione”. E’ il commento di Giulia Andrian, candidata a consigliere regionale del Pd con Arturo Lorenzoni, che è rimasta spiacevolmente sorpresa dall’atteggiamento “paternalmente indulgente” da parte del governatore Luca Zaia nei confronti del suo vice Gianluca Forcolin e di Riccardo Barbisan e Alessando Montagnoli.

“Non si ricandideranno, ma si sono cercati vari modi per minimizzare e giustificare – ha continuato Giulia Andrian – Li hanno colti con le mani nel sacco e si sono inventate scuse ridicole, hanno parlato di strumentalizzazioni, di macchina del fango e non si vergognano. Ma è un segno dei tempi, di un modo di fare politica avido e sbrigativo: ciò che conta è gestire il potere approfittandone più che si può e fin che si può. E la Lega, in questo mestiere, è maestra. Ci hanno fatto sapere che questi ‘eletti dal popolo’ non verranno ricandidati. E ci mancava pure questo! Ma Zaia è stato recalcitrante fino all’ultimo, animato da una sorta di indulgenza paterna. Sono “persone affrante”, ha dichiarato. Mi chiedo se sarebbe stato altrettanto comprensivo se fossero stati di un altro partito. Quando voteremo in settembre teniamo bene a mente che questi consiglieri non sono le mele marce di un partito integerrimo, ma sono i frutti della Lega nostrana, della Lega del Mose e dei 49 milioni, lo specchio fedele di una classe politica che seleziona i suoi membri in base a criteri di opportunismo e di soggezione al capo, in spregio al principio della selezione dei migliori. Il danno che costoro hanno inferto alla credibilità delle istituzioni è gravissimo, tuttavia dobbiamo ringraziarli per aver finalmente scoperchiato il vaso di Pandora ed aver definitivamente messo a nudo il re, anzi, il doge. Il timore ora è che queste “persone affrante” ricevano, come premio di consolazione della mancata candidatura, un posto in qualche consiglio di amministrazione. Sarebbe bene che giornalisti e cittadini vigilino affinché questo non accada”.

A.B.

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