La vittoria di Alessandra Todde ora ‘faccia scuola’ in Veneto. Perchè quello sull’isola “è un voto locale ma parla a livello nazionale. Se il centrodestra appare incompatibile al suo interno e smanioso di occupare posizioni di potere, la vittoria di Todde apre le porte al consolidamento del fronte progressista. Con Alessandra Todde, si è affermata anche la scelta di Giuseppe Conte, da anni ormai in vetta alla stima delle italiane e degli italiani”. Poi c’è “il bel dato elettorale del Movimento 5 Stelle: aiuta l’intero campo progressista a non rinviare la costruzione dell’alternativa al governo Meloni: la cittadinanza sarda, in tal senso, ha anche bocciato suggestioni terzopoliste e già sperimentate in passato”. E dunque “il monito deve valere anche in Veneto, dove l’era Zaia è agli sgoccioli e il futuro è tutto da scrivere”. L’analisi del voto e della capogruppo del M5s in Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin che festeggia due cose soprattutto. La prima: “Per la prima volta, un’esponente del M5s viene eletta alla guida di un’importante Regione e sono sicura che Alessandra, manager competente e già esperta di governo nazionale, saprà dare le risposte che la popolazione sarda ha atteso invano negli scorsi cinque anni di amministrazione di centrodestra, e convinca anche la metà dell’elettorato che domenica si è astenuto”. La seconda: “Non sfugge il dato politico: in Sardegna ha perso prima di tutto Giorgia Meloni, che ha forzato per imporre la candidatura sbagliata di un suo fedelissimo, respinto in maniera vigorosa nello stesso capoluogo dove sta svolgendo il ruolo di sindaco. Un ruolo svolto male. Inoltre, queste elezioni hanno determinato una battuta d’arresto alle pretese del governo nazionale, con Fratelli d’Italia e Lega che litigano in tutto, dal terzo mandato, per passare all’autonomia differenziata”.

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