Un furto che racchiude uno squallore ed un degrado umano per il valore che aveva la refurtiva puntata dalla banda di nomadi. Vestiario usato, che era stato raccolto da gente di buon cuore e destinato agli ultimi della società.

Con l’accusa di furto sono finiti ai domiciliari una donna e tre uomini, di età compresa tra i 22 e i 38 anni, tutti appartenenti a 2 famiglie nomadi (i Meyer e gli Udorovich di Sandrgio), arrestati in flagrante dai Carabinieri della stazione di Sandrigo mentre caricavano in un furgone i sacchi con gli abiti.

I fatti

Ieri alle 10, i quattro sono entrati in azione in nella centralissima via Monsignor Arena a Sandrigo. Lì, lungo la strada, erano stati preparati dai cittadini sacchi con abiti usati, destinati alla Onlus A.V.I.D.A., che sarebbe passata poco dopo a ritirarli con dei suoi incaricati.

Una pattuglia dei Carabinieri, che era in perlustrazione nella zona e procedeva a velocità ridotta proprio per controllare bene il circondario, ha notato le quattro persone e intuito che non erano gli incaricati della Onlus. I militari hanno quindi identificato le persone in pluripregiudicati, già noti alle forze dell’ordine per una serie di malefatte. Dal furgone sono stati recuperati due grandi sacchi contenenti vestiario, per un peso totale di circa 40 chilogrammi, che sono stati poi restituiti alla Onlus vicentina.

Il provvedimento cautelare

Su decisione del magistrato i quattro sono stati sottoposti ad arresti domiciliari. “Un provvedimento importante visto il valore della refurtiva – ha commentato Davide Rossetti, comandante dei Carabinieri di Thiene – Questa volta il magistrato ha voluto dare i domiciliari ai 4 sciacalli per punire un gesto di così grave degrado umano”.

Al termine del processo avvenuto per direttissima questa mattina, i 4 sono stati liberati perchè ritenuti soggetti non pericolosi.

La raccomandazione dei Carabinieri

“I cittadini che notino qualcosa di strano, o persone che si muovono con fare circospetto, chiamo il numero di emergenza 112. La collaborazione è fondamentale”.

A.B.

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