Lo stop alla circolazione tra Regioni mette la parola fine alla stagione invernale per la montagna veneta.

Lo sostiene Federico Caner, assessore regionale al Turismo, che dopo aver appreso della decisione del governo, di blindare le Regioni, ha pensato al turismo di montagna, ampiamente composto da utenti che arrivano da fuori.

“Si vada avanti con i vaccini e vengano dati ristori tempestivi”, ha continuato Caner, che da mesi preme affinchè gli operatori del turismo veneto possano ricevere indennizzi adeguati alle perdite.

“La proroga al divieto di spostamento tra le regioni al 27 marzo prossimo sancisce la fine alla stagione turistica invernale. Ora si pone l’esigenza di intervenire velocemente, mettendo ristori e indennizzi immediati a disposizione delle attività del settore – ha evidenziato l’assessore – Per far conoscere da vicino le difficoltà che sta attraversando anche la nostra Regione, fino al 2019 la più turistica d’Italia, porterò i dati e le stime relative al calo del fatturato all’attenzione del ministro Garavaglia già nell’incontro convocato per il 24 febbraio con gli assessori regionali. Come ho già avuto modo di dire in passato, non spetta a noi entrare nel merito delle decisioni che possiamo solo rispettare. Abbiamo però tutti avuto modo di leggere i dati relativi all’andamento turistico della nostra regione che, prima dello scoppio della pandemia, aveva fatto registrare un vero e proprio record con 71 milioni di presenze annue. Presenze che alla fine dell’anno sono scese a 32,5 milioni. Un tonfo che si traduce nella chiusura di attività e nuove perdite di posti di lavoro. Va forse ricordato che in Veneto, la regione che fino all’anno scorso aveva il tasso più basso di disoccupazione pari al 6,6 per cento, la filiera del turismo comprendeva oltre 30mila imprese e occupava oltre 163mila persone. Davanti però a questa situazione la strada maestra appare una sola: quella di un piano vaccinale molto più rapido rispetto a quello che stiamo vivendo. Inoltre – ha concluso Caner – alla tempestività delle decisioni dovrà corrispondere una chiara e tempestiva comunicazione al settore, evitando così di ripetere errori come quello commesso con gli operatori del mondo della montagna”.

di Redazione Altovicentinonline

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