I giudici del  Tribunale di Roma hanno assolto  Sergio Berlato e Maria Cristina Caretta accusati di violazione della legge sulla privacy relativa al tesseramento del Popolo della Libertà del 2011.

l procedimento si era incardinato a Roma, ed ha portato in aula oltre 40 presunte parti lese che si trovarono con una tessera del Pdl, senza sapere di essere iscritte al partito.

Un caso che fece scalpore nel 2012 perchè quella tessera di partito se la ritrovarono persino quattro carabinieri, che rischiarono di essere sospesi dall’Arma che vieta ai militari iscrizioni ad associazioni di partiti politici. Si ritrovarono iscritti al Pdl a loro insaputa persino dei noti partigiani dell’Alto Vicentino e addirittura, l’allora deputato Pd Massimo Calearo.

Tessere di partito false anche a gente defunta: tutti iscritti all’Associazione cacciatori veneti. I carabinieri, nel corso delle indagini, contarono circa otto mila tessere, che finirono sotto la lente d’ingrandimento del pm Saverio Musolino, che  fece notificare a Sergio Berlato e Cristina Caretta un decreto di citazione diretta a giudizio.

‘Avrò finalmente modo di dimostrare che sono del tutto estraneo’, dichiarò subito dopo il caso giudiziario Berlato. Estraneità ai fatti contestati dall’accusa ribadita in aula dal consigliere regionale più votato del Veneto e  Cristina Caretta, parlamentare  thienese di Fratelli d’Italia.

‘Dopo più di sette anni dalla contestazione degli addebiti, i giudici romani hanno  posto definitivamente fine ad una palese messa in scena ordita da coloro che volevano impedire alla comunità umana che fa capo a Sergio Berlato e  a Maria Cristina Caretta di denunciare il sistema del malaffare esistente in Veneto, parzialmente venuto a galla con la vicenda del Mose. Giustizia è fatta !’. E’ il commento ‘a caldo’ del consigliere regionale tanto amato dai cacciatori, che si è sempre dichiarato estraneo ad accuse che, a suo dire, sarebbero state architettate come vendetta, per le testimonianze rese alla magistratura nell’ambito dell’inchiesta Mose.

di Redazione AltovicentinOnline

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