Fari puntati ancora una volta sul distretto Alto Vicentino e sulla Ulss 7 Pedemontana, dove a mettere un freno alle critiche di stampo politico alla Sanità locale interviene direttamente il commissario Bortolo Simoni. Che lo fa con una ‘strigliata’ gentile, quasi paterna, a Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, consiglieri comunali di Coalizione Civica Schio, che nei giorni scorsi avevano denunciato il bilancio dell’azienda sanitaria, classificato all’ultimo posto in Regione.

Da ‘tecnico’, Simoni sottolinea piuttosto l’efficienza dell’ospedale Alto Vicentino, che in tempo di covid è stato trasformato in centro covid-hub, salvo poi rientrare nelle sue normali funzioni a tempo record, non appena l’emergenza è rientrata. Un ospedale dove l’accettazione delle emergenze non si era mai fermata, nonostante ci fossero state speculazioni che dichiaravano il Pronto Soccorso chiuso e che ha saputo fronteggiare l’emergenza grazie ad una organizzazione tempestiva, affiancata alla dedizione del personale.

Simoni replica alle critiche in modo puntuale, sottolineando ancora una volta che i consiglieri, mascherando il loro intervento da interesse per la società, arrecano in realtà danno al loro ospedale e ai servizi territoriali, che a furia di essere “demoliti” non sono più attrattivi per i medici, che diventano pertanto difficili da trovare, creando un circolo negativo che alla fine ricade sulle spalle degli utenti della Ulss locale.

“Sono un medico e un dirigente, non faccio politica, ma voglio ribadire quando già detto più volte: fare dell’inutile allarmismo non è un modo per sostenere il proprio ospedale, anzi tutto il contrario – ha commentato con orgoglio Simoni – Serve solo ad allarmare senza motivo la popolazione, mortificare chi lavora all’ospedale Alto Vicentino e rendere questo ospedale poco attrattivo per i medici, in un momento in cui già è molto difficile reperirli. Si continuano a fare danni alla sanità locale con il falso pretesto di volerla tutelare. Abbiamo visto questo teatrino anche con la temporanea trasformazione dell’ospedale di Santorso in ospedale covid: nonostante le garanzie fornite, qualche politico locale ha cercato la ribalta mediatica lanciando allarmi. Peccato che poi non appena i contagi sono diminuiti abbiamo rispettato gli impegni, riprendendo subito le attività ordinarie, in contemporanea con gli ospedali di tutto il Veneto, e a circa un mese dalla riapertura degli ospedali abbiamo già “restituito” alle attività ordinarie oltre 250 posti letto. Ora, siccome non si può più gridare al lupo per questa temporanea trasformazione, qualcuno fa polemica sulle risorse economiche, cercando di semplificare un tema in realtà molto complesso e dimenticando che mai un servizio è venuto meno per carenza di risorse finanziarie. Il vero nodo, ormai lo sanno anche i sassi, è la grande difficoltà a reperire molte figure professionali, per effetto degli errori di pianificazione fatti a livello nazionale in passato. E questa situazione colpisce particolarmente gli ospedali non hub, ma come azienda abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per rafforzare gli organici, sia negli ospedali sia nei servizi territoriali. Il tema – ha concluso Simoni – non sono mai state le risorse economiche, ma la ridotta disponibilità di medici (concetto che nel tempo era stato ripetuto più volte anche da Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità veneta, n.d.r.). E senza i medici non si possono tenere in piedi i servizi. Dovrebbe essere un ragionamento banale, ma evidentemente qualcuno continua a non capirlo”.

Simoni ha inoltre ricordato che nell’ultima votazione rivolta ai Direttori Generali, quando il Dg era Giorgio Roberti, la Ulss 7 Pedemontana era risultata al primo posto in Regione, con un punteggio di 98.50 su 100, frutto di una valutazione di 58.50 da parte della Giunta Regionale e di 20 punti, il massimo possibile, sia da parte della Conferenza dei Sindaci sia da parte della V Commissione Consigliare.

A.B.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia