Tengono bene gli ospedali di Santorso e Bassano del Grappa e la riorganizzazione, in centro covid per il primo e in ospedale di riferimento no covid per il secondo, sembra dare risultati positivi.

E’ comunque in calo la pressione sulle strutture sanitarie della Ulss 7 Pedemontana, che peraltro, come ha sottolineato il direttore Bortolo Simoni, è pronta anche ad una eventuale ulteriore fase di emergenza. Un lieve ottimismo si è percepito nella videoconferenza stampa che la direzione della Ulss 7 ha tenuto questa mattina per aggiornare i media sui numeri dell’emergenza. Un lavoro costante di aggiornamento che la Ulss7 Pedemontana fa ogni giorno, con i mezzi a disposizione e a tutte le ore della giornata.

“Pressione in diminuzione rispetto all’algoritmo di riferimento”, che significa meno contagi, ma un numero di posti letto a Santorso che “è più che sufficiente”.

I numeri all’ospedale di Santorso

15 persone ricoverate in terapia intensiva a Santorso (il numero potrebbe variare di un paio di unità nell’arco della giornata), con 20 posti letto predisposti, a cui ne sono stati aggiunti 28 ma c’è la possibilità di arrivare a 67. “Bastano” – ha spiegato Simoni, che ha anche sottolineato che in terapia semi-intensiva è pronta l’attivazione di 20 posti letto.

5 aree covid, 109 i pazienti positivi al coronavirus, con la capacità attuale dell’ospedale di accoglierne 150, allargabile però fino a 300 unità, come previsto dal piano di emergenza. L’età media dei decessi è 84 anni.

Le case di riposo

Il dato più preoccupante oggi sembra essere proprio relativo alle case di riposo con pazienti anziani e pluripatologici esposti al rischio. A ieri erano 784 i tamponi effettuati sugli operatori e 310 sugli ospiti, ma ha preso il via la fase di screening ‘a tappeto’, con la capacità della Ulss 7 di effettuare circa 500 tamponi al giorno, tra Santorso e Bassano. “Ci sono alcune strutture in difficoltà – ha ammesso Simoni annunciando già da oggi l’incontro con le direzioni delle strutture – E’ comunque in atto anche la fase di distribuzione di mascherine chirurgiche e ad alta protezione, così come la distribuzione di altre dotazioni di protezione, come camici, calzari e guanti”. Due i team di lavoro, con 3 persone dedicate alla valutazione del rischio e alla checklist che contiene l’adozione di tutte le misure di prevenzione e sicurezza. In cima alla lista, il tentativo primario di prevenire la diffusione del virus. “E’ partito uno screening di massa –ha aggiunto il direttore generale – con test rapido che può essere effettuato da infermieri professionali e garantisce l’esito in 10 minuti circa. E’ già stato fatto il test ad oltre il 50% del personale che lavora nelle case di riposo e l’8%, per il quale è scattata la quarantena, è risultato positivo”.

Medicina del territorio

Avviato anche un protocollo per effettuare tamponi a domicilio e per la fornitura a domicilio di farmaci a pazienti che non sono ricoverati in strutture sanitarie o ospedaliere ma che sono positive al covid e devono curarsi.

A.B.

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