Una diagnosi di infertilità a soli 29 anni, un percorso iniziato al centro di Procreazione Medica Assistita all’ospedale di Santorso, unico per la Provincia, un’attesa di 12 mesi e quando, a giugno, doveva iniziare il trattamento, “lo stop per mancanza di personale nel laboratorio dove vengono conservati gli embrioni, con relativo blocco di tutte le attività di PMA”.

Un vero e proprio calvario per una nostra lettrice, che auspica di non doversi rivolgere a centri in altre regioni d’Italia ma denuncia con amarezza “la situazione di stallo nella quale si trova attualmente il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Ospedale di Santorso”. Uno stallo che, come altri disservizi che vengono continuamente denunciati in ambito sanitario, potrebbe spingere alcune coppie, che non hanno difficoltà economiche, ad indirizzarsi verso strutture private, “che non hanno liste d’attesa e che chiedono dai 4mila euro ai 7mila euro per un trattamento completo di secondo livello”.

Una denuncia coraggiosa, un problema che la nostra lettrice ha deciso di portare alla luce dopo vari turbamenti, ma soprattutto dopo essersi resa conto di essere la portavoce di tante altre coppie, che in silenzio e in bilico tra profondo sconforto e speranza, aspettano che la scienza dia loro una mano per riuscire ad avere un bambino.

E’ stata forte e ha preso carta e penna per chiedere aiuto, scavalcando il pudore e quel senso di personale tristezza che l’infertilità causa. Il tema infatti è molto delicato, un tabù del quale si fatica a parlare, nonostante la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la consideri una patologia, che in Italia riguarda il 15% delle coppie, mentre nel mondo si ferma al 10-12%.

“La mia storia con il centro di PMA di Santorso parte con una diagnosi di infertilità a 29 anni, molto difficile da accettare, e da lì sono iniziati anni di attese, analisi, visite ed esami in diversi centri della nostra regione – spiega la nostra lettrice – Quasi tutti i centri PMA pubblici in Veneto hanno una lista d’attesa tra i 6 e i 13 mesi, a cui poi si aggiungono i tempi per ricevere i referti delle varie analisi. Non entro troppo nei dettagli tecnici ma, dopo una lista d’attesa di 12 mesi, dovevo iniziare un trattamento di II livello a giugno 2021, avevo già la terapia in mano e tutto era pronto, quando mi è stato detto che tutti i trattamenti sono sospesi fino a data da destinarsi in quanto manca una figura che si occupi del laboratorio e quindi degli embrioni, pertanto tutte le procedure di PMA sono di fatto bloccate. Se nessuno interviene, probabilmente fino a fine anno la situazione rimarrà invariata. Come spesso accade, chi può permetterselo si rivolge ai centri privati, che non hanno liste d’attesa e che chiedono dai 4mila ai 7mila euro per un trattamento completo di secondo livello”.L’ospedale di Santorso è punto di riferimento per la Pma, tanto che nel 2016, quando un imprenditore-benefattore chiese di cosa avesse bisogno l’ospedale per fare un omaggio, su suggerimento decise di acquistare un macchinario importante, del valore di circa 30mila euro, da donare proprio al reparto per la procreazione assistita.

“L’ospedale di Santorso è l’unico centro pubblico che offre questi servizi in tutta la provincia di Vicenza e, stando alle statistiche pubblicate online, questo Centro PMA gli anni scorsi seguiva più di 200 coppie all’anno, pertanto questo stop del laboratorio, che ormai dura da troppi mesi, sta danneggiando decine di coppie del vicentino – ha sottolineato la nostra lettrice – Tutti sanno che in PMA il tempo è un fattore fondamentale per la buona riuscita dei trattamenti, considerato che le probabilità di gravidanza diminuiscono progressivamente con l’avanzare dell’età della donna. Inoltre, ogni mese perso porta con sé esami ed analisi scadute da ripetere, oltre a frustrazione e rabbia per tutte quelle coppie che si trovano ad affrontare per tanti anni un percorso lungo e difficile come quello della PMA, unica possibilità per creare una nuova vita. Sono pienamente conscia del fatto che le procedure di reclutamento del personale in un ospedale pubblico siano complesse e richiedano un certo tempo – ha spiegato con grande concretezza e generosità – ma confido che chi di dovere possa comprendere la ricaduta sociale che questo blocco dell’unico centro PMA vicentino ha nel nostro tessuto sociale ed economico”.

Nel sito della Ulss è sottolineata l’importanza delle attività legate al centro di PMA per le coppie: “Quando una coppia incontra difficoltà nel concepimento, è importante che sappia di non essere da sola ad affrontare il problema. Sono molte, infatti, le coppie in tutto il mondo che non riescono a concepire nei primi 12-24 mesi di tentativi – è scritto nel sito – In questi ultimi anni sono stati raggiunti molti traguardi nel trattamento dell’infertilità e molte coppie che eseguono procedure assistite sono in grado di avere il bambino che desiderano. Le tecniche di riproduzione assistita consentono di superare eventuali condizioni patologiche della coppia che possono ostacolare totalmente o parzialmente la capacità di concepire naturalmente”.

Il servizio però nel frattempo è sospeso. “Nonostante i forti ritardi del centro di PMA di Santorso, vorrei segnalare che qui ho trovato medici e infermieri davvero competenti e preparati, oltre che umani e gentili, per questo mi dispiacerebbe cambiare centro o regione – ha concluso la nostra lettrice – Urge un intervento tempestivo in questo ambito così importante per il futuro della nostra società e per promuovere la natalità nel nostro Paese”.

Anna Bianchini

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