Oltre il 90% degli ospiti residenti nelle Rsa della Ulss7 Pedemontana hanno aderito alla somministrazione del vaccino anti covid, ma solo il 66% degli operatori hanno accettato di farsi inoculare la dose del farmaco nonostante le campagne e gli appelli per la sensibilizzazione.

Si è conclusa venerdì 15 gennaio la somministrazione della prima dose del vaccino anti-Covid in tutte le 39 strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio dell’Ulss7 Pedemontana. E se i più anziani si sono dimostrati anche i più diligenti, sono ancora tanti, certamente troppi, i dipendenti che si sono rifiutati, forse condizionati dalle teorie no vax o dai tanti dubbi instillati al di fuori del mondo scientifico.

Da Valli del Pasubio a Bassano del Grappa, passando per l’Altopiano dei 7 Comuni, sono state somministrate 3.772 dosi, 1.917 agli ospiti e 1.855 agli operatori e per tutti è già stato programmato il richiamo, esattamente 21 giorni dopo la prima iniezione.

Un lavoro capillare iniziato il 31 dicembre e da allora portato avanti senza soste, sabati e domeniche inclusi: “Ringrazio tutto il personale impegnato in questa fondamentale campagna di vaccinazione – ha sottolineato Bortolo Simoni, commissario dell’Ulss7 Pedemontana –, che ha dimostrato grande efficienza e capacità di organizzazione. Questo è un passo fondamentale verso la messa in sicurezza di una delle categorie più fragili e più colpite dal virus, anche se voglio ricordare che l’immunità si crea dopo il richiamo e pertanto è fondamentale continuare ad avere la massima attenzione nei protocolli di sicurezza all’interno delle strutture”.

Fin da subito era stato il commissario stesso a comunicare che, in caso di rinuncia al vaccino da parte degli operatori, non sarebbe stato di competenza né della Ulss né della Regione una eventuale imposizione alla somministrazione del vaccino. Spetterà al governo stabilire la ‘regola’, che potrebbe fare appello a quanto sancito dalla Corte Costituzionale nel 2017, quando l’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin rese obbligatori 12 vaccini per i minori di 16 anni per “contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, che aveva portato ad una copertura vaccinale al di sotto del 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire la così detta immunità di gregge per le malattie del vaccino”.

di Redazione Altovicentinonline

(foto IlGiorno.it)

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