Qualcuno dovrebbe riferire a Maurizio Fugatti  che dire “Rovereto Sud per la Valdastico Nord”  non rappresenta la soluzione a tutto. Tra qualche giorno si incontrerà con Zaia&C per decidere cosa farne del collegamento tra Veneto e Trentino, ma non avrebbe ancora  fatto i compiti. Si presenterà, a quanto pare, senza un piano di fattibilità del tracciato che lui vorrebbe spostare a Rovereto Sud.

Dopo il maxi tamponamento in Valsugana per gelicidio, con la statale chiusa per sette ore, Fugatti  torna a  dire che l’autostrada serve e che il progetto dell’A31 Nord va avanti. Dichiarazione che ha reso felice, come sempre, Zaia che si preparerebbe a farsi di un sol boccone il giovane leghista che siede nel palazzo della provincia di Trento, sotto il ‘protettorato di Salvini’.

Se nell’agenda dei due amministratori è stato fissato l’incontro, sul tavolo di Maurizio Fugatti mancherebbero un po’ di carte. Come il piano di fattibilità al tracciato T5, soluzione cassata da uno studio di otto anni fa del Consorzio Reatia, per conto della società autostradale.
Ovvero ritenendo lo sbocco a Rovereto Sud, come quello più penalizzato: non solo in termici di flussi di traffico, ma come quello più difficile da cantierare. Non dimenticando il conto che richiederebbe in termini ambientali e idrogeologici. Un esempio per tutti, il T5 s’insinuerebbe nel monte Caviojo, con un tracciato che intercetta in pieno il lago sotterraneo di accumulo, che rappresenta una grosse fonte di approvvigionamento di acqua nell’alto vicentino. Un grande problema, sempre che Fugatti  non si creda il Mosé dei giorni nostri.

Abbiamo sviscerato il percorso del T5, con articolo pubblicato il 4 dicembre scorso. Un sunto di montagne sventrate e salti da una vallata all’altra, il tutto in cinque gallerie e tre viadotti, da Piovene a Rovereto, passando per Arsiero e la Val Posina. Con un deturpamento del paesaggio naturale alle pendici del monte Pasubio, che fece alzare gli scudi a cinque comuni: Posina, Valli del Pasubio, Terragnolo, Trambileno e Vallarsa.

Una variante che non verrà mai realizzata perché ogni qualvolta Fugatti esclama “avanti con la Valdastico Nord”, dal Veneto battono la stessa risposta “bene siamo contenti, ma il tracciato vicentino non si cambia”. A Venezia, insomma, non lo spostano di un millimetro e, partendo sempre da Piovene solcherà la vallata dell’Astico, puntando verso Trento. Cosa accada da lì in poi è un ‘affare dei trentini’ e della squadra di Fugatti rispondono da Palazzo Balbi, sopportando sì le sue ‘intemperanze’ ma di fatto gestendo l’asse leghista veneto-trentino, con Trento che sembra assumere sempre più le sembianze dell”ottava provincia veneta’.

“Zaia e la sua squadra sanno cosa serve al Veneto e sono contento che non ascoltino i capricci di Fugatti – commenta il sindaco di Posina Andrea Cecchellero, che a ben guardare potrebbe trarre beneficio ‘turistico’ col T5 che gli porterebbe un casello alle porte di casa, ma che da subito disse no alla soluzione del presidente trentino – L’uscita a Rovereto Sud era perdente in partenza e questo lo hanno detto, ancora nel 2011, i tecnici incaricati dalla società autostradale. Definendola come la peggiore, e meno realizzabile, tra le sei soluzioni. Lo sbocco della Valdastico serve al Veneto, solo se guarda a Nord. Altrimenti serve solo a congestionare ulteriormente la viabilità che porta al lago di Garda, con un traffico che sarebbe prettamente ‘turistico’, svilendo così la natura per la quale l’infrastruttura era stata progettata”.

Paola Viero

A31Nord su Rovereto Sud. La vuole Fugatti e sacrifica Val Posina. Parola ai sindaci della Valle

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