Non ci sono modifiche sostanziali nel documento per l’autonomia differenziata che il governatore del Veneto Luca Zaia ha consegnato questa mattina a Venezia al neo ministro Francesco Boccia, accompagnato dalla delegazione trattante che in questi anni e durante il mandato di Erika Stefani lo ha sempre affiancato ed aiutato a redigere i punti necessari per ottenere le 23 materie sulle quali la Regione chiede maggiore competenza.

“83 pagine per esplicitare, in 4 capitoli, la proposta della Regione del Veneto per l’Autonomia differenziata in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, comunica Zaia, che non intende abbassare la guardia su quanto promesso ai veneti ed è intenzionato a dare battaglia in ogni successivo confronto.

Dal canto suo Francesco Boccia, si è mostrato aperto e disposto a trattare e continua nella sua linea dichiarata fin dall’inizio “di concedere le autonomie regionali, rispettando la Costituzione ed il principio di sussidiarietà”, cioè senza creare squilibri tra le Regioni.

“Io non voglio perder tempo, sono venuto qui perché penso che l’autonomia differenziata sia un punto fermo del programma del nostro governo – ha detto Boccia – Vogliamo farla, e farla bene, ma in maniera coerente e deve diventare lotta alla diseguaglianze, tra Nord e Sud, tra Nord e Nord, tra Sud e Sud. Proporremo un modello che capovolge il meccanismo che finora è stato seguito. Un meccanismo che prevedeva: si parte, si definisce dopo un anno un percorso con i fabbisogni standard, e dopo tre anni si definiscono i livelli essenziali di prestazioni. Questo per me è un meccanismo inaccettabile. Lo Stato – ha concluso – ha la forza, le competenze per definire subito i livelli essenziali di prestazioni. Vogliamo costruire un meccanismo che diventi subito una lotta senza quartiere alle diseguaglianze”.

Zaia ha consegnato il documento al ministro per gli Affari Regionali giunto, come promesso da settimane, oggi in visita a Palazzo Balbi. Il primo appuntamento di un giro di incontri con le Regioni, a cominciare da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, che stanno chiedendo maggiori forme di autonomia. Boccia aveva detto di “voler incontrare i rappresentanti delle regioni autonomiste in casa loro” e così ha iniziato a fare. Francesco Boccia, che si è dimostrato subito preparato sull’argomento, non ha tradito le aspettative e l’atteggiamento cordiale ma determinato ad adempiere alle sue funzioni hanno aperto un varco di speranza a Zaia che, dal canto suo, ha ribadito massima attenzione e nessuna intenzione di cedere sull’argomento.

A.B.

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