Suo figlio si è suicidato a 16 anni gettandosi nelle gelide acque di un fiume sotto effetto di sostanze allucinogene e da allora Gianpietro Ghidini non perde occasione per sensibilizzare i giovani ed i loro genitori a tenere lontane le droghe.

L’appuntamento con il coraggioso papà è mercoledì 6 novembre al teatro Astra di Schio dove alle 10.30 incontrerà gli studenti e alle 20.30 invece terrà un incontro aperto a tutti.

Una testimonianza di vita, la sua, per condividere l’idea che si può sopravvivere al dolore e che le sofferenze e le difficoltà della vita possono rendere migliori, poiché quello che oggi sembra farci cadere può essere quello che domani ci aiuterà a stare in piedi.

Dopo aver raccontato la sua esperienza ad oltre 300mila studenti e genitori, Giampietro Ghidini arriva a Schio, proprio nel momento in cui l’intero Alto Vicentino sembra essere tornato indietro agli anni ’70 e ’80, quando il pericolo delle droghe era molto sentito e metteva in allarme intere famiglie, preoccupate per i giovani.

Papà Gianpietro racconta del figlio Emanuele, morto a soli 16 anni dopo essersi gettato nelle gelide acque di un fiume sotto l’effetto di sostanze allucinogene. Il suo intento è quello di portare la sua testimonianza per sensibilizzare i più giovani sul delicato tema della droga, toccando tematiche come il rapporto genitori-figli, il significato della vita e del dolore.  Gianpietro Ghidini, ha infatti deciso di dedicare la sua vita ai giovani e alla loro crescita, fondando l’Associazione Pesciolino Rosso.

“Lasciami volare. E… se succedesse a noi…” è il titolo del doppio appuntamento, un evento  organizzato dal Comune di Schio, dai rappresentanti dei Comitati genitori, dal Comitato Interstituto, dai delegati dei Dirigenti delle scuole secondarie di secondo grado di Schio, assieme all’Associazione Genitori.

“Nel solco tracciato un anno fa con l’incontro con Giorgia Benusiglio il Comune di Schio intende confermare il proprio impegno in queste azioni di prevenzione nella lotta al consumo di droghe – ha dichiarato Cristina Marigo, assessore alle Politiche Sociali – Giorgia raccontava l’esperienza di una ragazza che è riuscita a salvarsi; in questo caso invece purtroppo un giovane non ce l’ha fatta. Il racconto di entrambe le esperienze si rivela utile e prezioso per far riflettere insieme tanti giovani e tanti genitori sui pericoli legati all’uso di sostanze stupefacenti”.

di Redazione Altovicentinonline

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