Benvenuti a Ciupan, così viene denominato il paese di Chiuppano in dialetto veneto, un luogo incantevole immerso nella natura che offre numerose opportunità per gli amanti delle escursioni. Il nome deriva da un Fundus Cleppianus in riferimento a possedimenti di epoca romana, come emerge anche da ritrovamenti dello stesso periodo.

Oggi chi arriva a Chiuppano si trova innanzi a un paese dalla doppia anima: una parte piana, segnata dall’operosità manifatturiera e ricompresa nel tratto di pianura alluvionale posta fra il Monte Summano e le Bregonze; una zona collinare che conserva gelosamente la sua ruralità e il suo verde, fatto di boschi di carpini neri, robinie e castagni. Delimitato a nord dal torrente Astico, che segna il confine con il paese di Caltrano, è solcato nel versante nord dal Rio Vaccara, affluente di destra dell’Astico, che dà origine alla Val Vaccara. Essa è una zona collinare, sottoposta a vincolo idrogeologico ed a tutela forestale, dove nel secondo Dopoguerra le estrazioni di lignite hanno portato alla luce reperti fossili di notevole importanza scientifica oggi conservati all’Università di Ferrara.

Anello n. 2 delle Bregonze, Chiuppano blu

La strada vicinale della Fonda o dell’Acquedotto parte da Chiuppano ed arriva in località Marola attraversando la parte del bosco più fitto e più incontaminato delle Bregonze.

All’altezza del cimitero di Chiuppano, potete imboccare sulla sinistra la Strada Vicinale della Fonda – Anello n. 2 delle Bregonze. Seguendo questa strada sterrata arriverete a Marola da est, dopo aver deviato sulla sinistra, sulle boscose pendici verso l’Astico e circumnavigando la Valle Murisa. Entrando nell’abitato potrete vedere la Chiesetta di Santa Maria del Sangue. Si tratta di un percorso non ad anello di circa 4 chilometri in cui raggiungerete un’altitudine di 414 metri con un dislivello di circa 200 metri.

Il sentiero della Fonda si sovrappone in parte anche al sentiero Anthacotherium, inaugurato il 23 ottobre 2011 dal gruppo Anthracotherium che ha predisposto una segnaletica del tracciato marcandolo con alcuni picchetti dipinti di bianco e rosso con il n. 1 e il Qr code recante la traccia GPX.

Il percorso parte sempre da Chiuppano, davanti al Municipio in Piazza San Daniele. Passa a nord del cimitero del paese, per collegarsi alla Strada Vicinale della Fonda e per terminare al Museo Naturalistico delle Bregonze. S’interseca con l’Anello Blu delle Bregonze. Il tracciato è lungo 5,3 chilometri per gran parte in salita, percorribile a piedi in un’oretta e mezza. Potete ridiscendere a Chiuppano seguendo Via Marola in direzione ovest.

Museo Naturalistico delle Bregonze

Il Museo Naturalistico delle Bregonze nasce come museo informale a cura di un gruppo di volenterosi appassionati di ambiente e di natura delle Colline delle Bregonze. Costituitosi nel 2001 con la denominazione di “Anthracotherium”, dal nome scientifico di un mammifero oggi estinto che ha popolato la zona del vicentino nell’Oligocene. Lo scopo del gruppo di studiosi è di far conoscere e di valorizzare il territorio delle Colline delle Bregonze.

Il Museo ha poi trovato una sua collocazione fisica nel 2002 nelle ex scuole elementari restaurate dal Comune di Chiuppano, nella frazione collinare di Marola. Oggi consta di un piano terra adibito a sala espositiva, dove sono collocati reperti geologici e naturalistici, riferiti a ritrovamenti locali e delle zone limitrofe. Le collezioni esposte sono in continua evoluzione e sono il risultato di donazioni di appassionati e di studiosi. Il piano superiore del Museo è dotato invece di una sala per conferenze, utilizzabile anche per esposizioni.

Il Museo è curato dal Gruppo Naturalistico Anthracotherium, il quale gestisce anche il limitrofo Roccolo Moschele, unico con destinazione didattica in provincia di Vicenza.

Ex miniere di lignite

La lignite è un carbone fossile originatosi tipicamente da foreste del Mesozoico e del Terziario. I depositi di lignite di Chiuppano, situati in località Marola, presentavano un alto contenuto di pirite ed erano stati coltivati per fini industriali fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, le informazioni riguardanti le attività di scavo e poi della provenienza dei fossili ritrovati sono scarse. Nel 1951 a Chiuppano rimaneva un unico pozzo aperto, ma non era più sfrut­tato.

Secondo la ricerca “Il Genere Anthracotherium Cuvier, 1822, nella Provincia di Vicenza” della Dott.ssa Elena Ghetto dell’Università di Ca’Foscari di Venezia “la miniera seguiva tre banchi di lignite sovrapposti l’uno all’altro, e si sviluppava vertical­mente attraverso pozzi profondi fino a 7-8 metri. Ad oggi si conosce il punto esatto delle aperture dei pozzi, anche se completamente obliterati da materiale di riporto. Resta­no aperti e parzialmente ripuliti unicamente due passaggi orizzontali per lo scolo delle acque di percolarmento”.

Il fenomeno geologico dei fossili ha interessato il territorio di Chiuppano nel versante del torrente Astico, lungo la strada vicinale “dei Costi” in località “Salto del Beco”. Le miniere di lignite di Chiuppano hanno portato ai nostri giorni parti anatomiche di mammiferi dell’Oligocene. Purtroppo, i primi reperti fossili degli non furono recuperati dai minatori durante gli scavi. Il primo a raccoglierli fu il prof. Rando nella prima metà del se­colo, ma purtroppo anche una buona parte della sua collezione si è persa. Si consideri che la presenza di pirite nella lignite ha compromesso lo stato di conservazione dei reperti, alcuni dei quali sono stati sottoposti a restauro.

 

Museo della Grande Guerra

Nel 1995, durante i lavori della lottizzazione residenziale denominata “Serragli”, fu scoperto un manufatto interrato risalente alla Prima Guerra Mondiale. Questo bunker fortificato è uno dei primi esempi di costruzione in cemento, edificata lungo la linea ferroviaria che andava da Thiene ad Arsiero, dove la stazione di Chiuppano era luogo di smistamento di materiali per le truppe sul fronte degli altopiani. I resti della ex-stazione e dell’ex-casello di Chiuppano sono ancor oggi visibili rispettivamente in Via Roma e in Via Casello.

Il bunker era utilizzato come deposito di armamenti e attrezzature belliche per il fronte, nelle campagne tra Chiuppano e Piovene Rocchette, nelle zone di Carrè e Chiuppano e nelle colline delle Bregonze. Durante il conflitto, furono creati degli appositi binari ferroviari circolari nei quali vennero installati i cannoni francesi “Germaine” e “La Corse”.

Questo sito di archeologia bellica è stato quindi messo in sicurezza dall’Amministrazione Comunale di Chiuppano e messo a disposizione per allestire il Museo della Grande Guerra, dove conservare numerosi e significativi reperti di guerra.

Una donazione da parte di un discendente del combattente di fanteria Italo Bonomo di Vicenza permise di completare la messa in sicurezza del sito e di renderlo agibile per ospitare i visitatori.

Dal 1999 la gestione dell’area museale è affidata alla locale Associazione del Fante, che si occupa della catalogazione dei reperti, dell’arricchimento delle collezioni e dell’apertura del Museo. A seguito della donazione da parte della famiglia di un benemerito recuperante di Thiene, il Museo è ora intitolato al donatore Maddalena Mario.

La vaca mora

Nell’immaginario dei vicentini si tramanda ancora l’immagine della Vaca Mora. Agli inizi del Novecento il trasporto su treno cambiò radicalmente il modo di spostarsi della popolazione di Chiuppano e non solo. La biglietteria della stazione di Chiuppano, vide il transito di migliaia di persone.

La Vaca Mora era il termine popolare con il quale veniva chiamato il treno a vapore che saliva dalla pianura vicentina fin sull’Altopiano di Asiago. Poi con lo stesso termine ci si riferì anche ai treni a vapore di montagna. L’origine di questo curioso nome sta in un aneddoto. Nel tempo in cui la vacanza era ancora villeggiatura, i mariti facoltosi mandavano le consorti in villeggiatura ad Asiago per un soggiorno sulla neve. Salendo poi sull’Altipiano per riportare a casa le mogli, si narra che qualche ferroviere in vena di scherzi pose una traversina in ferro sul fumaiolo della locomotiva. In questo modo il fumo usciva biforcandosi e formando quindi la sagoma di due corna. Leggende metropolitane a parte, resta il fatto che il passaggio della Vaca Mora tra i campi di Chiuppano marcava una pausa nell’attività dei contadini: gli sguardi erano tutti per quella mucca in acciaio che sfrecciava di corsa e rumorosamente sull’ultimo lembo di campagna vicentina.

contenuti e foto da Bregonze.it

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