Il progresso del 5G accompagnato dallo studio per portare avanti la ricerca e la tutela della salute.

E’ stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Schio la proposta di coinvolgere Anci Veneto e Regione per supportare la ricerca libera e indipendente nell’ambito delle istituzioni scientifiche sugli effetti biologici meno noti dell’esposizione umana alle emissioni elettromagnetiche, per mantenere gli attuali limiti di esposizione italiani e per diffondere l’adozione dei piani urbanistici di copertura che ottimizzino l’adozione del 5G definito strategico per l’innovazione e lo sviluppo del territorio.

Una presa di posizione ragionata, figlia di nove ore di divulgazione in diretta curate dal manager e giornalista Luca Fabrello, con ospiti di rilevanza nazionale.

La proposta di ordine del giorno è stata presentata dai gruppi di maggioranza Noi Cittadini, Veneti per Schio e Schiodando che di fatto rappresenta un orientamento originale sul controverso panorama nazionale di approcci al 5G, dibattuto acronimo che identifica la quinta generazione di telefonia cellulare. La mozione, in sintesi, rappresenta una ‘via mediana’: riconosce l’importanza strategica dell’adozione della nuova tecnologia per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del territorio e prende atto delle rassicurazioni sull’impatto sanitario provenienti da più organismi nazionali chiamati a esprimersi sul tema, anche in considerazione dei limiti di legge italiani largamente inferiori a quelli generalmente adottati in Europa; allo stesso tempo, chiede al Comune di coinvolgere, quali “rappresentanti di enti liberi dal conflitto di interesse” l’Anci Veneto, la Regione e altre associazioni di rappresentanza dei Comuni al fine di favorire e supportare, anche economicamente, la ricerca libera e indipendente nell’ambito delle istituzioni scientifiche riguardante gli effetti biologici dell’esposizione umana alle emissioni elettromagnetiche interessate dalla tecnologia 5G e a far sì che questi stessi Enti e associazioni esercitino la dovuta pressione sul governo ai fini del mantenimento degli attuali limiti cautelativi italiani di emissione di campi elettromagnetici; suggerisce, inoltre, ai Comuni di adottare piani urbanistici di copertura per garantire il controllo pubblico sul processo di localizzazione e posa delle infrastrutture di telecomunicazione sul territorio comunale.

“Noi amministratori non possiamo lasciarci condizionare dagli umori o dalle informazioni troppo spesso distorte che circolano, ma abbiamo il compito di tutelare la salute dei cittadini favorendo nel contempo l’innovazione strategica e lo sviluppo economico – ha spiegato Valter Orsi, sindaco di Schio –Con discreto anticipo sull’uscita del Decreto “Semplificazioni” [che stabilisce che le amministrazioni comunali non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune, ndr] a Schio avevamo espresso perplessità sul fatto che alcuni colleghi sindaci si fossero fatti prendere dalla pancia emanando ordinanze di stop al 5G di dubbio valore, col rischio di sciupare soldi dei cittadini per gestire ricorsi degli operatori davanti ai tribunali amministrativi, quando invece avrebbero potuto investire in piani urbanistici di installazione delle antenne radiomobili, unico strumento che consente davvero a chi governa i comuni di ottimizzare la copertura in concertazione con le telco, tutelare i siti strategici, favorire installazioni e ricavi derivanti su suolo pubblico anziché privato e tenere monitorati i livelli di esposizione elettromagnetica”.

“Con l’approvazione unanime di questo ordine del giorno abbiamo cercato un punto di incontro che recepisse sia gli entusiasmi che le legittime preoccupazioni che i cittadini ci esprimono quotidianamente – ha dichiarato Alessandro Maculan, assessore alle Politiche Ambientali di Schio –Siamo arrivati al voto in consiglio dopo un articolato percorso di informazione qualificata, messo in piedi per aiutare l’opinione pubblica a costruirsi un’idea ascoltando punti di vista molteplici e sgomberare il campo dalle troppe fake news che spopolano in rete su ogni argomento dello scibile finendo solo col generare confusione. Speriamo che col coinvolgimento di ANCI Veneto e della Regione altri comuni ci seguano per investire al meglio le risorse pubbliche”.

Una dichiarazione, quella di Maculan, che svela come la presa di posizione ragionata, mossa coralmente dal Consiglio Comunale di Schio, sia in buona parte figlia di “Chi ha paura del 5G?”, serie informativa di tre webinar promossi nelle settimane di giugno dal Comune di Schio e dal Distretto Scienza e Tecnologia, curati e condotti dal manager e giornalista Luca Fabrello: una maratona divulgativa di oltre nove ore in diretta streaming, cristallizzate e fruibili sulle pagine Facebook e YouTube degli enti promotori e già prese ad esempio da più organi specializzati, con ben quindici ospiti, tra cui diversi nomi autorevoli del panorama scientifico nazionale, che hanno risposto all’invito partito dal comune dell’Alto Vicentino per approfondire gli aspetti economici, tecnici, normativi e sanitari collegati alla nuova frontiera della trasmissione cellulare che sembra dividere come mai prima d’ora cittadini e comunità scientifica tra entusiasti e scettici, negazionisti e complottisti. “Non posso che dirmi soddisfatto – ha dichiarato Fabrello – se dal tentativo di dare un’informazione pluralista e completa è stata sviluppata a Schio una “via mediana”. Ho più volte definito sbagliato l’assunto per cui evoluzione tecnologica e tutela della salute debbano per forza contrapporsi: da una parte va riconosciuto che la tecnologia, come tutte le azioni evolute dell’uomo, è una perturbazione, e come tale ha effetti da approfondire; dall’altra bisogna ammettere che l’innovazione può migliorare la vita, se usata con intelligenza e con la consapevolezza che il rischio zero non può esistere”.

di Redazione Altovicentinonline

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