Sei alberi su dieci sono ancora a terra ad un anno dalla tempesta Vaia e dal presidente di Coldiretti Vicenza Martino Cerantola arriva un appello: “occorre pensare ad un vero e proprio piano regolatore verde che garantisca l’ambiente e valorizzi le nuove attività agricole”.

Piogge e raffiche di vento hanno colpito la montagna vicentina ed altri territori del Nord Italia l’ottobre dell’anno scorso, provocando la strage di circa 14 milioni di piante su una superficie di oltre 41mila ettari.

“Un dato che rattrista e fa riflettere ad un anno dal terribile evento che ha scosso non solo il Vicentino, ma l’intera Penisola – spiega Cerantola –Una tragedia che rischia di compromettere l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane mettendo a rischio la stabilità idrogeologica”.

Ad essere abbattuti sono stati soprattutto faggi ed abeti bianchi e rossi nei boschi dal Veneto al Trentino Alto Adige, al Friuli Venezia Giulia dove, nelle montagne, la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge, senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che popolano i boschi.

“Al danno ambientale si aggiunge quello economico – sottolinea il direttore di Coldiretti Vicenza, Cesare Magalini – con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco, in aree spesso a rischio spopolamento. I proprietari pubblici e privati dei boschi distrutti stanno affrontando maggiori costi per la rimozione del legname e per il ripristino del bosco, ma anche le conseguenti perdite per la svalutazione del prezzo del legname”.

Numerose le azioni di solidarietà messe in campo da Coldiretti a sostegno delle aree colpite dalla tempesta Vaia, dalla vendita per Natale delle punte degli alberi di abete danneggiate dalla tempesta alla realizzazione da parte di Donne Impresa Coldiretti di souvenir in legno intagliati dagli alberi atterrati per finanziare con trentamila euro il rimboschimento ad Asiago, dall’iniziativa #adottaunalbero organizzata nelle scuole di Vicenza fino a quella “#comprabellunese” con la vendita dei prodotti della montagna delle aziende che hanno sofferto i danni. Ed è recentemente partito il progetto “Lettera al prossimo” brano degli Eugenio in via di gioia che diventa un’azione per creare tramite un crowdfunding la una foresta abbattuta dalla tempesta Vaia in Trentino con la collaborazione di Coldiretti, Campagna Amica, Federforeste, Banca Etica, The Goodness Factory.

“Nelle aree colpite si sta facendo largo l’idea di gestire i territori con un vero e proprio piano regolatore verde – aggiunge il presidente Cerantola – che garantisca l’ambiente, valorizzi nuove attività agricole dove possibile e risponda alle esigenze di rifornimento della filiera sulla base delle quantità di legno che realmente sono necessarie, oltre a ripiantare varietà autoctone che meglio resistano alla violenza di eventi climatici sempre più estremi. Ma occorre intervenire anche sulla prevenzione favorendo la gestione dei terreni cosiddetti silenti, per i quali è difficile risalire ai proprietari o farli impegnare in una corretta gestione dei suoli. In questa fase le proposte che incentivano la ripresa, tanto delle attività forestali quanto di quelle che promuovono l’acquisto e l’utilizzazione del materiale caduto o abbattuto, vanno sostenute”.

Lo spazio per un rilancio della forestazione nazionale è enorme se si considera che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di oltre 4 miliardi nel 2018. L’industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato.

di Redazione Altovicentinonline

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