Veneti ingordi e spreconi. Da Trento parte l’attacco diretto all’Altopiano di Asiago e questa volta, la miccia destinata a far scoppiare la guerra tra il nord del Veneto e il Trentino non è la Valdastico nord, ma il comprensorio delle Melette, appena riaperto e già definito dai trentini “Uno spreco dei nostri soldi”. Una guerra in stile polentoni e terroni, con i trentini che accusano i veneti di sprechi e poco ci manca che chiedano un muro per separare il loro territorio, evidentemente considerato virtuoso, dagli sperperatori di risorse altrui. Alla faccia di Italia, Europa e accordi internazionali.

Ad accusare i sindaci dell’Altopiano di avere investito gli 8 milioni dei fondi di confine in “Opere di questa natura (Le Melette), che più che l’economia, fanno girare qualcos’altro e pure parecchio” è il quotidiano l’Adige in un editoriale, dove la riapertura dell’impianto è definita un vero e proprio spreco, visto il costo e vista la bassa quota degli impianti, poichè la ski area va da 1.450 a 1.750 metri di quota e la neve, negli ultimi tempi, scarseggia.

Stupefatti dalla presa di posizione de L’Adige i sindaci di Asiago e Gallio, Roberto Rigoni Stern ed Emanuele Munari che, in risposta all’articolo, in primis hanno detto “Ma chi scrive, sa di che cosa sta parlando?”

“Non accettiamo nessuna lezione di morale da chi gode di assurdi privilegi che sono totalmente anacronistici – ha esordito Roberto Rigoni Stern – Sono soldi che loro avrebbero dovuto dare allo stato italiano e una parte di questi fondi, cioè 80 milioni, è attribuita a comuni di confini che soffrono da anni degli assurdi privilegi di cui godono le realtà autonome, che si permettono poi di criticare le nostre stazioni. Non accettiamo la morale da questi signori che producono innevamento artificiale molto più spinto anche ad altitudini più basse e in passato addirittura innevavano con l’uso degli elicotteri, al solo scopo di fare concorrenza sleale alle vicine stazioni dell’Altopiano. La loro reazione è solo motivata dalla preoccupazione che una volta riattivata completamente Le Melette, dovranno subire la concorrenza che già proviene dal nostro territorio e che aumenterà, visto che siamo solo all’inizio dei lavori. La vera vergogna è che possano godere di questi assurdi privilegi, che devono essere tolti, perché generano concorrenza sleale”.

“Se ci osservano e ci attaccano significa prima di tutto che ci temono – ha commentato Emanuele Munari – L’ammodernamento dell’Altopiano è partito con Le Melette ma continuerà e coinvolgerà tutto il territorio. Capisco che faccia paura agli amici trentini. Con tutto il rispetto per l’amico sindaco di Folgaria, ma hanno guardato la situazione nel loro comprensorio? E’ innevato artificialmente come da noi, appena letto l’articolo de L’Adige sono andato a guardare la webcam sulle piste di Folgaria”.

Le accuse reciproche non sono leggere e come si può immaginare sono destinate a creare un solco. A spiegare in parole povere come stanno le cose, è il sindaco di Gallio: “Siamo tutti figli di mamma Italia, ma i trentini si trovano in tavola antipasto, primo, secondo, contorno e dolce, mentre i veneti devono farsi bastare un piatto di pasta al pomodoro. L’accordo dei fondi di confine è stato fatto dal governo Berlusconi, quando ci si era resi conto dell’enorme differenza e della sperequazione dovute al diverso statuto tra regioni autonome e ordinarie. I trentini e chi ha scritto l’articolo, dovrebbero sapere che se a Folgaria il comprensorio sciistico chiude in passivo interviene la Provincia, mentre da noi è impossibile pareggiare e sono gli imprenditori locali a doverci mettere i loro soldi. Il nostro comprensorio, che oggi è così ma a breve sarà molto migliore, darà del filo da torcere al comprensorio di Folgaria, questo è quello che ai trentini non va giù. Io sono felice che loro godano di uno statuto autonomo, ma visto che proprio per questo sono enormemente favoriti rispetto a noi, abbiano almeno la decenza di non parlare di sprechi, non sono assolutamente nella posizione di farlo. Loro si tengono l’80% del gettito, in più godono di fondi per le minoranze linguistiche, mentre da noi l’80% dei fondi va a Roma e ogni Comune versa il 50% della sua Imu a Roma per il fondo di solidarietà comunale. Solo in Altopiano sono oltre 7 milioni di euro. Penso che chi ha scritto l’articolo accusandoci di spreco e malagestione non sia informato e non abbia mai fatto l’amministratore. Abbiamo fatto salti mortali per donare qualità alle presenze che ci sono nel territorio, noi dobbiamo dare loro il massimo stando alle nostre capacità economiche”.

A.B.

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