Il punto nascite dell’ospedale di Asiago non riapre ed il sindaco Roberto Rigoni Stern lancia un allarme: “Prima o poi assisteremo a qualche incidente e qualcuno ne dovrà rispondere”.

Dopo due richieste ufficiali e altrettante rassicurazioni, rimangono ancora chiusi alcuni reparti in Altopiano e, nel pieno della stagione turistica, che nonostante l’emergenza covid sta registrando presenze importanti, il vecchio ospedale non è rientrato a norma e quello nuovo non accenna ad essere inaugurato.

La preoccupazione principale però è il punto nascite. Lo dice il sindaco ai microfoni di Antenna 3, a quasi un mese da quando una mamma ha dovuto partorire al pronto soccorso, con il solo aiuto del responsabile e di un’ostetrica, che però non avrebbero avuto competenze ginecologiche in caso di emergenza.

Allora è andata bene, ma potrebbe non essere sempre così. “Non capiamo perché il nostro personale lavori a Bassano del Grappa quando abbiamo il punto nascite ad Asiago – ha commentato il primo cittadino, che sulla difesa dell’ospedale dell’Altopiano non molla un colpo – Sulla carta esiste un reparto di ostetricia e ginecologia, che di fatto non è attivo pertanto quelle competenze devono esserci, sul posto”.

All’origine del trasferimento dell’organico di Asiago a Bassano ci sarebbe la mancanza di medici. Lo comunica Rigoni Stern stesso, che però sottolinea le responsabilità della direzione dell’azienda sanitaria e della Regione Veneto nella gestione della Sanità pubblica: “Non crediamo che la sanità debba ruotare attorno alla carenza di organico dei medici, si devono trovare soluzioni. La direzione, innanzitutto, si deve chiedere come mai ci sono così tanti medici che si licenziano e si trasferiscono altrove, molti dei quali proprio perché non sono in sintonia con la direzione stessa. La garanzia dei servizi sanitari è un obbligo di legge. E oltre a non garantire servizi ai cittadini – ha concluso – la Sanità in questo momento è anche a discapito dell’economia turistica del territorio”.

A.B.

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