C’erano centinaia di persone lunedì nel piazzale dell’ospedale di Asiago per chiedere la riattivazione dei servizi ospedalieri chiusi da marzo e riattivati solo in piccola parte dopo che il nosocomio è stato dichiarato ‘covid free’. Un fronte comune di cittadini, sindaci dell’Altopiano e consiglieri dell’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, presenti per sollecitare ancora una volta la riapertura di quel punto di riferimento per la salute degli altopianesi e dei numerosissimi turisti.

Che cosa stia accadendo alla Sanità veneta non è ancora chiaro, quel che appare sempre più evidente è che quell’eccellenza di cui fino a poco tempo fa si parlava a livello nazionale, e a volte anche fuori confine, ora comincia a scontentare parecchie persone e molte delle istituzioni che le rappresentano.

La protesta di Asiago è la ciliegina sulla torta per la Ulss 7 Pedemontana, che lo scorso novembre ha visto sfilare migliaia di persone da Schio a Santorso, per rivendicare servizi nell’Alto Vicentino. Ora la ‘voce grossa’, arriva dalle montagne dell’Altopiano, dove sempre più cittadini si dicono “costretti ad andare a Bassano perché nel nostro ospedale i servizi non sono ancora stati riattivati”.

Il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern, già due volte aveva sollecitato il commissario Bortolo Simoni per la riattivazione dei servizi e ora la pazienza comincia a scarseggiare. “Vogliamo la riattivazione immediata di tutti i servizi sanitari depotenziati nel tempo e sospesi durante l’emergenza covid – ha detto il primo cittadino – Abbiamo bisogno del ripristino della piena operatività dell’ospedale di Asiago, dei reparti di anestesia e delle sale operatorie e di tutto ciò che possa garantore integrità dei servizi sanitari per la popolazione e per i turisti”.

Nn ci va giù più leggero Emanuele Munari, sindaco di Gallio e presidente dell’Unione Montana, che invoca le schede ospedaliere come simbolo delle promesse della Regione Veneto, che gestisce la sanità.

“Chiediamo aderenza e attenzione alle schede ospedaliere – ha sottolineato Munari, che non ci sta di vedere tanto personale dell’ospedale di Asiago impegnato a Bassano – Non è più accettabile che per visite di routine si debba andare a Bassano, chiediamo risposte e le vogliamo adesso”.

Anna Bianchini

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