Estate oltre che con caldo, fa rima anche con temporali. Temporali che però non sempre, a loro volta, fanno scopa con la facilità di prevederli: quantomeno non nel loro potenziale e soprattutto nell’esatta localizzazione.

Lo sa bene Marco Rabito, meteorologo AMPRO e Presidente di Meteo in Veneto, da sempre cultore di un modo di fare informazione meticoloso e lontano anni luce da quel sensazionalismo meteorologico che paradossalmente ha fatto la fortuna di qualche sito di previsioni in cerca di ‘like’ facili a suon di titoloni che ad ogni avvisaglia di maltempo attirano l’utenza a suon di frasi ad effetto.

E se i ‘cattivi maestri’ del meteo ‘killer’ hanno un movente dettato probabilmente da esigenze economiche facilmente intuibili, non meno complesso e problematico risulta il rapporto con l’utenza che in qualche caso, nonostante anni passati a fare più formazione che informazione, fatica a comprendere concetti che invece non sono poi così complicati spesso scatenando pesanti critiche che non di rado sfociano nell’offesa: “La fenomenologia convettiva o temporalesca che dir si voglia, può verificarsi anche all’interno di un contesto sinottico improntato all’alta pressione” – spiega Rabito – “e non è quasi mai collocabile con precisione temporale e spaziale. Per essere ancora più preciso, nel comparto montano complice la forzante del rilievo che funge da trampolino di lancio per la genesi dei temporali, difficilmente si sbaglia previsione. In pianura, al contrario, specie quando non c’è in gioco un’intrusione fredda più corposa, le micro forzanti sono molto più difficili da leggere e il meteorologo fa molta più fatica a decifrare la situazione. Emblematico poi il caso di quest’estate dove la poca umidità nei bassi strati ha inibito l’instabilizzazione dell’atmosfera”.

Ma il ‘casus belli’ di quest’estate dal caldo anomalo quantomeno per durata, sembrano essere le ormai frequenti ‘allerte gialle’ che tramite i noti bollettini vengono emesse dal Centro Funzionale decentrato della Regione: “I bollettini” – prosegue il noto meteorologo – “sono senz’altro corretti e indicano non solo una previsione, ma le possibile ricadute in termini idrogeologici ed idraulici. La domanda che ci dobbiamo fare è se questi bollettini, ripresi dagli organi di stampa per fare informazione generalista, siano poi effettivamente compresi o generino piuttosto confusione nel lettore ‘inesperto’. Gli allertamenti gialli sono molto frequenti, valgono come avviso per la Protezione Civile e le amministrazioni locali, ma sono ‘solo’ il primo livello di allertamento e come tali andrebbero letti”.

L’ultimo bollettino emesso con ‘allerta gialla’

Un rischio quindi di ‘sovraesposizione fenomenologica’ che parrebbe generare avversione da parte di una platea iper stimolata: “Riservo molte perplessità sulla comunicazione alla massa delle allerte di colore giallo” – conclude convintamente Rabito – “poiché sono appunto abbastanza frequenti e psicologicamente sottopongono il cittadino ad una sollecitazione troppo continuativa per eventi marginali, lievi o che raramente danno reali criticità (in genere sono disagi locali interessanti un esiguo numero di persone).
Bollettini che, a parer mio, dovrebbero essere prodotti esclusivamente per gli addetti ai lavori i quali dovrebbero valutare quando necessario estendere le informazioni alla cittadinanza:
altrimenti si rischia di ridurre la propensione alle azioni preventive quando ci si trova al cospetto di reali fattori di rischio che vengono invece identificati con l’arancione o peggio col rosso. Come nella storiella dove Pierino gridava ‘al lupo, al lupo’, della quale conosciamo tutti l’amaro epilogo”.

Marco Zorzi

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