Ce ne vuole a fare arrabbiare il sindaco di Arsiero Tiziana Occhino, ma questa sembra essere una di quelle volte in cui il primo cittadino abbandona il consueto autocontrollo per un argomento che sta da oltre un anno infiammando la politica arsierese.

La questione è quella che verrà discussa in consiglio stasera sulla variante urbanistica del terreno in cui si trova il capannone acquistato dalla associazione culturale musulmana Issalam, questione che nei giorni scorsi ha mobilitato un centinaio di cittadini, coordinati dall’ex vicesindaco Carla Nassi. Tutti invitati ufficialmente con lettera dalla stessa Occhino a partecipare al consiglio comunale per fare chiarezza una volta per tutte.

‘Qui stiamo delirando – ha sbottato Occhino – e non posso accettare che escano certe informazioni senza avere la facoltà di dire le cose con correttezza. Sarebbe irrispettoso nei confronti del nostro lavoro, ma soprattutto dell’intelligenza dei cittadini’.

Ad essere arrabbiata sono io, e non il consigliere Nassi, precisa il primo cittadino. ‘Lei si ostina a strumentalizzare la cosiddetta ‘questione moschea’ a puri fini propagandistici, invece di entrare nel merito della modifica proposta dopo essere stata invitata al tavolo a discutere a viso scoperto del futuro del capannone, e dopo non aver intrapreso nessuna azione di competenza come consigliere durante tutto l’iter di modifica del piano, salvo poi, ad un giorno dal consiglio, inventarsi di dichiarare menzogne sul giornale. Se si fosse davvero preoccupata di affrontare la questione nei tempi e nei luoghi adeguati, avrebbe forse capito che in nessun modo la modifica ‘facilita’ un eventuale utilizzo pubblico del capannone, anzi, la necessità di dichiarare nel piano che qualsiasi attività venga svolta debba essere compatibile con le residenze e quindi, come si spiegherà stasera in consiglio, che in nessun modo un’attività svolta nel capannone potrà arrecare danno o disturbo alle abitazioni limitrofe, andava propria nella direzione di una maggior tutela dei residenti. Dichiarare che fino ad oggi il piano prevedeva un utilizzo esclusivamente privato dimostra l’assenza assoluta di conoscenze sul piano tecnico nonché del buonsenso, perché sfido chiunque a non capire che una destinazione d’uso di tipo commerciale, ricettivo o direzionale come di una struttura come era e rimane prevista dal piano possa essere ‘solo privata’.

‘Raccogliere poi 112 osservazioni in questa fase – continua Occhino – convincendo i firmatari che stanno firmando una norma anti moschea senza spiegare il contenuto dell’osservazione priva di valore tecnico e quindi di qualunque incisività sul piano pratico, fomenta solo e di nuovo una polemica che va avanti da un paio d’anni, ma non aiuta nessuno a capire cosa potrebbe succedere sul capannone in questione. Abbiamo invitato con una lettera scritta tutti i 112 firmatari a partecipare al consiglio di oggi per chiarire una volta per tutte che le modifiche proposte non hanno mai avuto lo scopo di ‘favorire’ nessuno, perché un piano urbanistico deve essere obiettivo e servire come strumento utile ad un corretto uso del tessuto urbano. Punto e a capo. Per quanto riguarda i millantati problemi di parcheggi e di corretto accesso alla struttura, queste sono osservazioni tecniche che trovano riscontro nel prerigetto della commissione edilizia che stava valutando il progetto proposto dall’associazione Issalam che in nessun modo potrà eludere le difficoltà che la collocazione del capannone ha, ha avuto e continuerà ad avere, prima e dopo la variante al piano. Mi sento infine di far notare che i consiglieri di minoranza dell’altro gruppo consigliare, Meneghini e Cornolò, non hanno firmato l’osservazione, segnale che colgo come volontà di entrare nel merito delle questioni e non di alzare l’ennesimo polverone’.

M.B.

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