La chiamano ‘operazione di alleggerimento delle scorte di magazzino’ questa svendita straordinaria in corso al Mercatone Uno di Carrè dal 22 marzo al 24 aprile, ma i 20 dipendenti sono convinti ormai che ad essere alleggerite saranno soprattutto le loro tasche, visto che ad oggi nemmeno l’Amministrazione comunale riesce a dipanare la matassa e ad avere aggiornamenti certi sul futuro di questo centro di grande distribuzione.

Le notizie che trapelano sulla probabile chiusura del centro si basano solo su ‘voci’ che girano già da qualche anno, e cioè che il Mercatone Uno sarebbe dovuto essere acquistato da altre realtà commerciali come il Tosano o addirittura l’Ikea. Ma queste si sono rivelate solo dicerie, e i beninformati dicono che è stata addirittura presentata domanda di concordato preventivo al tribunale di Bologna, atto formale che prelude al fallimento.

Anche dall’amministrazione di Carrè non arrivano notizie confortanti. Lo stesso sindaco Davide Mattei ha interpellato il direttore dello stabilimento di Carrè che conferma però solo quello che si sa già, e cioè che si tratta di una svendita che interessa ben 39 degli oltre 70 punti vendita in Italia. Che questa svendita sia solo l’anticamera della chiusura che spaventa i centinaia di dipendenti anche delle altre regioni, non è dato sapere o non si vuole far sapere prima del necessario.

‘Sono mesi che chiediamo chiarezza alla sede centrale di Imola – ha dichiarato Mattei – ma all’infuori di qualche mail con le quali ci promettevano aggiornamenti che non sono mai arrivati non abbiamo nessuna notizia concreta sulle loro intenzioni’.

davice mattei 2014

A preoccupare il sindaco è anche il blocco dell’avanzamento dei lavori stradali che sarebbero stati di competenza del Mercatone, secondo la convenzione stipulata con il comune di Carrè prima dell’insediamento della struttura. Lavori che, se il mercatone chiudesse, non sarebbero più conclusi ed il comune si vedrebbe costretto a procedere per vie legali.

‘Per quel che è di nostra competenza – ha concluso il sindaco – cercheremo in tutti i modi di favorire l’insediamento di un’altra società interessata, per non lasciare scoperta un’aerea commerciale così strategica. Nel caso dovessero realmente chiudere la riconversione del sito senza tempi morti è la via più veloce per ridare lavoro ai dipendenti che sono cittadini di Carrè ma anche di molti alti comuni della zona.’

Marta Boriero

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