Il comitato ‘Salviamo la Val d’Astico’ si rimbocca le maniche e pensa alle iniziative future per impedire la realizzazione del progettato proseguimento della A31. Ed il netto e ribadito ‘No alla Valdastico nord’ diventa anche un modo per fare il punto della situazione sul territorio e le sue fragilità.

 

Il dovere di sensibilizzare la popolazione su un tema così delicato come l’impatto della autostrada sull’ecosistema della vallata e la necessità di fare pressione sulle istituzioni sono i due temi sul quale si è incentrato il dibattito, discusso giovedì nella saletta riunioni di palazzo Colere a Chiuppano.

 

Ad intervenire i rappresentanti di molti gruppi che da sempre si sono messi in prima fila per la salvaguardia della valle, tra i quali il comitato ‘Salviamo il rio Tovo’ di Arsiero ed il gruppo Legambiente che è attivato contro la discarica del Melagon di Asiago.

 

‘Dobbiamo prendere i comuni – ha detto in particolare Eros Zecchini, attivista del comitato ‘Salviamo la Val d’Astico’ – anche da un punto di vista amministrativo, in modo da perseguire una azione condivisa ed avere una forza maggiore contro la costruzione dell’autostrada. A questo scopo servono per il futuro nuove idee e progettualità, e capire qual è la prospettiva futura di questa vallata’.

 

‘Non deve essere trascurata – ha sottolineato invece Giuliana De Marchi, coordinatrice del gruppo – la necessità di dare informazioni adeguate alla popolazione, in particolare sulla salute. I cittadini devono sapere cosa gli spetta se l’autostrada verrà realizzata’.

 

Presente alla serata anche il consigliere dell’unione montana Alto Astico Riccardo Fimbianti, che ha spiegato brevemente il suo lavoro di sensibilizzazione a livello sovracomunale. E’ infatti da poco stato approvato dal consiglio stesso la creazione di un comitato ad hoc per analizzare l’impatto che avrà sul territorio la realizzazione della autostrada e per fare informazione capillare. ‘Dobbiamo muoverci su vari livelli se vogliamo avere dei risultati concreti – ha detto Fimbianti – ed uno di questi è quello istituzionale. E non ultimo però bisogna dare delle alternative, soprattutto per quanto riguarda il traffico. Da pensare seriamente alla creazione di una linea ferroviaria, che porterebbe anche turismo in valle’.

 

La paura che serpeggia tra il gruppo è anche quella che l’idea dell’autostrada si stia ‘fossilizzando’ nella mente delle persone come un’opera ormai di certa realizzazione. ‘Dobbiamo fare informazione ed uscire con delle proposte concrete – ha concluso De Marchi – perché dal 2017 dobbiamo aspettarci un battage mediatico studiato per convincere la gente che l’autostrada è un’opera che fa fatta per il bene di tutti’.

 

 

M.B.

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