Che ‘Dio sia  scomodo’ è un concetto particolare, abituati come si è a rivolgerci all’altissimo quando si ha necessità di una grazia. Ed è il concetto vero di Dio, la sua capacità di amare ad oltranza anche senza essere ricambiato, ad essere protagonista mercoledì 30 novembre alle 20.30, nella parrocchia di via don Luigi Agostini, dell’inizio delle quattro serate pensate in preparazione al Natale, organizzate da don Luigi Gatto e dal Consiglio Pastorale. ‘Predicatore’ dell’occasione sarà don Marco Pozza, cappellano del carcere di massima sicurezza Due Palazzi della Città del Santo, che già l’anno scorso aveva accompagnato i fedeli di Cogollo e dintorni nel periodo festivo più importante dell’anno.

“L’avvento è l’attesa di un Dio scomodo, del Re ch’è morto amando – ha spiegato il prete ‘di periferia’ originario di Calvene – Da quel sospiro, si è diventati un po’ tutti mendicanti di bellezza, l’uomo diventa cercatore di felicità. ‘Siamo in attesa del Dio-Bambino’ ci si ripete durante le quattro settimane d’Avvento. L’atteso è il soprannome col quale hanno imparato a chiamare il loro Dio: ‘l’Atteso delle genti’. Questo, però, è l’Avvento più semplice: Dio manterrà le sue promesse, Fedele è il suo nome. L’attesa più complicata è l’altra: 15109484_10209327693243660_5429943861666846951_nl’attesa che vive Dio. Il periodo d’Avvento della Santissima Trinità: Siamo in attesa dell’uomo. Che l’uomo accetti d’essere amato. La notizia certa dell’amante è quella d’essere disposto ad amare ad oltranza, fin quasi a giocare in perdita: ciò di cui nessun amante è mai certo è se l’amato accetterà d’essere protagonista di una simile avventura di grazia, di gratuità – ha concluso Don Pozza – Nemmeno Dio è così sicuro che l’uomo s’accorga del suo passaggio, del suo farsi assaggio di eterno nel tempo”.

E affinché l’uomo si accorga del suo passaggio, la parrocchia ai piedi del Cengio propone l’originale tema della ‘scomodità’ di Dio. Il 30 novembre si inizia con ‘Giuseppe: una paternità scomoda’. Il 7 si procede con ‘Maria: una maternità scomoda’, il 14 sarà il turno de ‘Il bambino: un Dio scomodo’ e l’itinerario si concluderà mercoledì 21 dicembre, sempre alle 20.30, quando don Marco Pozza presenterà la sua ultima fatica letteraria, il nuovo romanzo ‘Il pomeriggio della luna’.

La frase, in quarta di copertina, ne è forse la sintesi più completa: ‘Amare l’uomo quando meno lo merita, è rimettere mano a strade scomparse dalle mappe’. E se lo dice don Marco, da cinque anni prete cantore di Dio dietro le fredde sbarre della prigione padovana, c’è semplicemente da crederci.

S.P.

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