Giù le mani dalla sopressa! Dopo il divieto della macellazione in casa del maiale, sottoscritto da Fabrizio De Stefani, capodipartimento di sanità animale e sicurezza alimentare dell’Ulss 4 ed esteso ai comuni di pertinenza dell’ente sanitario, lo richiedono a gran voce non sono solo i produttori e i diretti interessati del settore ma anche molte autorità e istituzioni locali. Pur sottolineando le regolarità dei percorsi di macellazione del suino per la produzione alimentare, i rappresentanti delle amministrazioni locali richiamano l’attenzione su ciò che da sempre è considerato una tradizione per il territorio e la sua economia e non se la sentono di giustificare il provvedimento firmato dal veterinario.

 

Dopo la presa di posizione di Armando Cunegato, Sindaco di Valli del Pasubio, che ha ribadito con forza la regolarità dei produttori valligiani nella pratica di macellazione, sono scesi in campo anche Robertino Cappozzo, neo presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4, Costantino Toniolo, consigliere regionale e leader del coordinamento provinciale di Vicenza di Ncd (Nuovo Centro Destra) e Erika Stefani, senatore trissinese della Lega Nord.

“Io comprendo la necessità di rispettare le regole igienico-sanitarie – ha confermato Cappozzo – ma la regola a cui fa riferimento il veterinario De Stefani è del 1928, ora siamo nel 2014 e viviamo in contesti decisamente più puliti. Mi attiverò sicuramente a breve per chiedere conformità con le altre Ulss e per non danneggiare chi è in regola per macellare. Gli allevatori oggi sono perfettamente attrezzati e anche nel privato c’è regolarità. L’intervento di De Stefani non è stato condiviso con colleghi e sicuramente ci si sarebbe dovuti soffermare di più nel valutare le situazioni specifiche. Sono d’accordo – ha concluso – che se ci fossero situazioni non a norma l’Ulss dovrebbe intervenire, ma sicuramente non è corretto estendere il divieto a ogni allevatore o produttore”.

Il divieto di macellazione in casa ha colpito l’opinione pubblica e scaturito tanti commenti su tutto il territorio. Il che era sicuramente prevedibile visto che da Valli del Pasubio a Posina a Lugo di Vicenza i salumi sono uno dei punti di riferimento di tradione ed ecomnomia.

“E’ sbagliato vietare la macellazione tradizionale del maiale – ha detto Costantino Toniolo – la cultura locale e le tradizioni vanno rispettate, specialmente se portano un beneficio turistico ed economico. Come tutti sanno, nell’Alto Vicentino vi sono località che basano la loro festa tradizionale sugli insaccati fatti in casa secondo tradizione – ha continuato – un esempio emblematico è la Sagra della Sopressa di Valli del Pasubio, un evento che da una parte perpetua la lunga tradizione del salume tipico della nostra terra e dall’altra funge da richiamo turistico e da volano economico locale. Mi sembra – continuato – che la decisione dell’Ulss 4 sia dovuta ad un eccesso di zelo in materia sanitaria e di sicurezza alimentare perché i capi che vengono macellati sono controllati e muniti di certificati veterinari. Inoltre vi sono una serie di norme e controlli che garantiscono il prodotto finale. Mi attiverò in Regione – concluso – per capire come sia stato possibile prendere una decisione del genere, non uniforme rispetto alle altre Ulss e così impopolare e scollegata dalla realtà culturale locale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Erika Stefani che, pur essendo originaria di un comune di riferimento dell’Ulss 5, ha deciso di prendere posizione solidale ai suoi vicini di casa. “In questo modo l’Ulss 4 ammazza la tradizione locale – ha commentato Erika Stefani – Sorprende l’applicazione di una norma risalente a poco dopo la prima guerra mondiale quando le condizioni igieniche era completamente diverse da oggi. La macellazione in casa del maiale è un momento di socializzazione e di tradizione importante all’interno delle famiglie e delle comunità vicentine ed andrebbe difeso. Inoltre i progressi in campo veterinario e la peculiarità dei controlli sui capi di bestiame, anche per

quelli detenuti a domicilio, rendono di fatto sicura la macellazione in casa infatti non risultano decessi o malattie per il consumo degli insaccati fatti nelle nostre case. Questo divieto non aiuta le nostre le famiglie – ha concluso – semmai ammazza una bella tradizione popolare e ci fa sentire più poveri”.

Armando Cunegato, Sindaco di Valli del Pasubio, in pieno accordo con Costantino Toniolo, ha sottolineato: “Spero che i dirigenti dell’Ulss 4 capiscano la situazione e ritornino sui loro passi. Piuttosto che mettere paletti sulla produzione dei salumi, io ritengo sarebbe decisamente più opportuno e intelligente sviluppare maggiormente un’economia locale che ruoti intorno al nostro prelibato insaccato. Qui a Valli purtroppo – ha continuato – non si è ancora sviluppata ‘un’economia della sopressa’ come avrebbe dovuto. Pertanto – ha concluso – se qualche privato se la sente di investire per potenziare il settore, venga da me e costruiremo il percorso”.

 

Anna Bianchini

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